Segnalazioni

Arrivederci a Renato Cortese, Gelarda: "Oggi ho visto piangere tanti 'sbirri...'"

Il saluto della polizia a Renato Cortese

Riceviamo e pubblichiamo:

Oggi ho visto piangere tanti “sbirri” a Palermo, tutti assieme, sul piazzale della Caserma Pietro Lungaro.
Lontani dai riflettori e dalle televisioni, in una atmosfera più intima, più raccolta. Piangevano, ma in maniera composta come si addice ad una persona in divisa, perché il questore Renato Cortese lascia la città, con il cuore spezzato, ha detto lui stesso, per le note vicende del caso Shalabayeva. Vicende per le quali la giustizia non ha ancora completato il suo corso, essendovi la possibilità di un secondo grado. E se, come dice il presidente della Commissione antimafia Fava, resta l’amaro per l’immunità di chi quelle disposizioni le impartì, noi uomini dello Stato siamo rispettosi di ogni sentenza. Siamo rispettosi di quei Valori ai quali tutte le persone che indossano una divisa, a Palermo come a Crotone, a Varese come a Latina si ispirano.  

L'addio del Questore: "Palermo è la parte migliore di me"

Ma i poliziotti palermitani oggi hanno pianto, per avere perso un Uomo che in maniera discreta e attenta, ancor prima di essere nominato questore di Palermo, ha sempre combattuto a fianco dei palermitani e delle Istituzioni per rendere questa città più pulita. Fu lui a guidare le indagini che portarono all’arresto di Giovanni Brusca, e dieci anni dopo a quelle di Bernardo Provenzano, liberando la città da un onta che si portava dietro da troppo tempo. 

E oggi, insieme ai poliziotti, anche tantissimi cittadini palermitani sono dispiaciuti che Renato Cortese se ne vada via. E la manifestazione di ieri a piazza Massimo ne è stata la dimostrazione. Dispiace specialmente che se ne vada per queste ragioni. Palermo deve comunque tanto a quest'Uomo, la storia della nostra città è cambiata grazie a lui. Questo nessun fatto umano potrà mai modificarlo. È indubbio che dagli anni Novanta ad oggi la città è radicalmente cambiata. E non certamente grazie ai mestieranti dell’antimafia, o a coloro che si sono limitati ad una retorica vuota. Questa città, ancora disperata per altre ragioni, è cambiata grazie a persone come Renato Cortese ed ai tanti poliziotti, carabinieri, finanzieri, uomini della Penitenziaria e della Polizia Municipale, ma anche magistrati, che hanno perso la vita per combattere la criminalità organizzata. E che ogni giorno, 365 giorni all’anno, garantiscono sicurezza e giustizia ai palermitani. Ma come ha detto proprio oggi, Renato Cortese, nel discorso di saluto ai suoi uomini, citando Wiston Churchill, “Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti”. A presto

Igor Gelarda, poliziotto e consigliere comunale


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