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L'amarezza di un ultrà palermitano: "Curva divisa e politicizzata, dopo 32 anni non andrò più allo stadio"

Riceviamo e pubblichiamo

Dopo quello accaduto sabato nella trasferta di Salerno (guarda il video della maxi rissa) io ritengo dopo 32 anni di chiudere con lo stadio. Questa decisione l'ho comunicata anche al mio gruppo ultras. Per me il Palermo era un sentimento che veniva da lontano: la prima volta che andai in curva avevo 12 anni, mio padre era appena uscito dal carcere Ucciardone e per riconquistare il nostro rapporto padre-figlio mi prese per mano e mi disse "Andiamo a salutare Santa Rosalia per la mia scarcerazione". E così salimmo su Monte Pellegrino, salendo si ammirava tutta Palermo. Bellissima con il suo mare il suo porto e a un certo punto mio padre mi indicò lo stadio e mi disse: "Vedi quello è il nostro stadio". Per me che vivevo nel centro storico di Palermo, lontano dall'allora Favorita, mai avevo visto lo stadio del Palermo e mio padre in quel momento mi promise che la domenica successiva mi avrebbe portato a vedere la nostra squadra.

E cosi fu. Andammo la domenica a vedere il Palermo, io entrai nella Nord e mi sembrò tutto magico: gente che cantava, che urlava, colori rosanero ovunque, chi invoca Santa Rosalia, chi dice parolacce dopo un gol fallito. Un mix di emozioni che ancora porto con me. Premesso questo che per me il Palermo è, e sarà, sempre un sentimento unico. Ma oggi la situazione in curva è davvero vergognosa: vedere fratelli palermitani picchiare altri fratelli palermitani (a torto o ragione) mi ha fato male come palermitano prima che da ultras. La tifoseria palermitana, inteso come movimento ultras, è diviso per colpa di chi vuole fare politica allo stadio. Hanno scambiato lo stadio per un centro sociale, gruppi che fanno lo zerbino di altre tifoserie e vanno contro altri gruppi palermitani, gruppi che fanno azioni ultras solitarie rimediando magre figure e facendo perdere la faccia a tutta la tifoseria, gruppi che viaggiano da soli buttandosi nelle mani delle tifoserie ostili senza capire che si deve essere uniti e partire e viaggiare tutti assieme specie in trasferta ostili come ai vecchi tempi dalla C.

Fino ai prima anni della seria A si andava tutti assieme in trasferta, e si era in grado di difendere il nome della nostra città Palermo. Basta vedere oggi in trasferta siamo sempre gli stessi, la gente è schifata da queste divisioni e da questo servilismo da parte della nostra tifoseria verso altre tifoserie. Io faccio un appello a tutti anche al mio gruppo: mettetevi intorno ad un tavolo e unitevi come un tempo perché la tifoseria palermitana oggi è diventata lo zimbello d’Italia. Basti vedere le magre figure che stiamo facendo. A quelli che vogliono fare politica dico: avete i centri sociali per farlo, non rompete allo stadio: lì esiste solo il colore rosanero. Viva Palermo e Viva Santa Rosalia sempre con noi!!!

Giuseppe Licata


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