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Piste ciclabili a Palermo? Belle e utili, ma trascurate e pericolose

In questi giorni si fa un gran parlare di ecologia e, la pulizia dell’aria in città, è sicuramente uno dei punti fondamentali alla base di questo argomento. A tal proposito: cosa c’è di più ecologico e salutare di una bella passeggiata in bici? A Palermo, tardivamente rispetto al resto d’Italia, sono sorte diverse zone ciclabili, ricavate soprattutto da larghi marciapiedi, le quali consentono ai ciclisti di attraversare le più grandi arterie della città in tutta sicurezza; o almeno così dovrebbe essere!

Uno di questi percorsi di “mattoni rossi” parte dalla stazione centrale per condurre fino al meraviglioso punto d’ossigenazione che è il Foro Italiaco, ed è percorribile da tutti patto di avere riflessi pronti e spirito di improvvisazione! Perché?! Semplice: la pista è vittima dell’incuria, dell’inciviltà e finanche dell’impietoso tempo che passa. Durante il percorso dalla stazione centrale fino a villa Giulia (del lungomare ne parlerò in seguito) si deve fare i conti con la quasi invisibilità della pista, a causa dello scolorimento, la quale è costantemente invasa da: ignari o incuranti passanti, buche, immondizia, mezzi posteggiati, gente che prende il fresco seduta in mezzo ad essa ed infine, a mio parere la cosa più grave, l’assenza di strisce ciclabili nei pericolosissimi attraversamenti stradali.

Qualora il malcapitato avventore riesca però ad arrivare dalla stazione centrale fino a Villa Giulia, è allora che comincia il gioco duro. La pista è tracciata in modo tale da far attraversare dapprima via Lincoln ed in seguito le due carreggiate del Foro Italico Umberto I, il tutto senza semafori e privi dell’ausilio imprescindibile delle strisce di attraversamento ciclabile. Raggiungere il lungomare, a quel punto, diventa una sorta di roulette russa tra il malcapitato ciclista e gli automobilisti che sfrecciano come razzi, convinti, a ragione, che in quel luogo NON vi sia nessun attraversamento. Eppure sarebbe semplice dare il meritato splendore a quest’infrastruttura. Basterebbe evidenziare la pista in tutte le sue parti (specialmente negli attraversamenti) mantenerla pulita e sgombra dai veicoli in sosta ed infine sistemare le buche. Chiudere il centro storico con una Ztl è facile; rendere le piste esistenti vivibili forse lo è meno e soprattutto non è remunerativo.


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