Segnalazioni

"Lu spiddu" del Teatro Massimo

Conoscete "il gradino della suora"? E' un gradino particolare all'entrata del Teatro Massimo, che fa truppicare gli scettici, quelli che non credono che al suo interno, c'è lo spirito in pena di una suora. Si proprio una suora, dall'aspetto così minuto, tale da da essere chiamata "la Monachella".
Per costruire il teatro,nelle zone limitrofe a Porta Maqueda nel 1874, si demolirono tanti edifici religiosi: la Chiesa e il Monastero delle Stimmate di S. Francesco, Chiesa e monastero delle Vergini Teatine dell'Immacolata Concezione, oltre alla Chiesa di Santa Marta e la Chiesa di S. Agata.
Le voci che il palermitano riporta riguardo il fantasma della Monachella sono ovviamente tante....

" mentre scavavano i muratura truvaru 'sta cascia e lu spiddu si svegliò". "Sta monaca 'nqueta a tutti picchì idda non voleva (leggittimamente) stu teatro al posto del convento". Detto questo, varie sono le "testimonianze popolari". Chi ha lavorato o bazzica nei corridoi del teatro, si guarda sempre intorno, aspettandosi, da un momento all'altro, qualche scherzetto della monaca. Nella famosa "sala degli specchi" appunto con otto specchi, la suora apparve per la prima volta a una cantante che riusci ad avvertirne la presenza. Cerco' di ostacolarla ma perse la voce e la sera non riuscì quasi a cantare. Si aggira spaventosamente tra corridoi, sui cornicioni, vicino al palcoscenico terrorizzando chi la infastidisce.


Nel 1997, anno di riapertura dell'edificio, alcuni operai dissero di aver visto un fascio di luce in una delle sale senza finestre nè sorgenti di luce, sembra addirittura che qualcuno abbia scattato pure una fotografia... Il popolo afferma infatti che la chiusura "provvisoria" del teatro, cioè la bellezza di 23 anni, sia opera proprio della suora che ostacolava tutti i lavori di manutenzione. Un articolo della "Sicilia Cattolica" del 1897, anno dell'inaugurazione, riportava proprio queste esatte parole: "e sui ruderi di due illustri e famosi Monasteri, s'inaugurerà con lo sperpero di circa 7milioni che sono sangue del popolo, s'inaugurerà quando tra noi i poveri ammalati non trovano posto all'ospedale".

Inutili furono queste critiche e inutili anche le maledizioni della "monachella", il Teatro Massimo tornò a risplendere e continua a farlo con grande pregio e lusso nel salotto della città! "L'Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita, vano delle scene è il diletto ove non miri a preparar l'avvenire" frase che in molti conoscono ma pochi sanno che l'autore è tutt'ora sconosciuto...anche qui entra in scena la suora sfrattata: sembra che la frase, sia stata incisa in suo onore, per farle trovare la tanto attesa pace dei sensi. Intanto il palermitano, nel pieno della crisi economica, ricorda la frase in modo ben diverso: "L'ARTI RINNOVA I POPOLI E NNI LEVA LA VITA. VANU E' TRAVAGGHIARI SI NUN CI SUNNU I PICCIULI PI MANCIARI"


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