Segnalazioni

Lettera ai miei concittadini

Questo, "cari" concittadini, è il prezzo che ieri sera mi è toccato pagare per colpa della maggior parte di voi. Questo vile gesto è stato compiuto da un gentile signore mentre espletava le proprie mansioni di "lavoro". Sì, sto parlando di quel generico signore che, in tenuta discutibile, munito di marsupio e fischietto, dà sfogo alla sua irrefrenabile dipendenza da caffè, chiedendo a chiunque un'offerta per l'acquisto dello stesso.

Che bere troppo caffè non faccia bene è risaputo, così, come tutte le altre volte, anche ieri sera decido che io il caffè non glielo voglio offrire, un po' per la sua salute e un po' perché già, dando un'occhiata intorno, avevo capito che questo signore dovesse aver già bevuto tantissimi caffè grazie all' "altruismo" dei miei concittadini, sempre così propensi ad aiutare il prossimo. È risaputo anche che il caffè renda nervosi pertanto compatisco perfettamente il suo gesto: il signore, dal marsupio ormai pesante, avrà deciso giustamente che le sue ore giornaliere volgevano al termine e avrà pensato, sempre giustamente, "io mica pozzu aspittari a iddu", come gli avevo "promesso" prima di lasciare la macchina. Ma per fortuna lui ha la soluzione: quando i "potenziali caffè" arrivano e posteggiano, lui memorizza tutto e per distinguere quelli come me da quelli più generosi, si serve del fatidico pizzino sotto il tergicristallo. E così gli è bastato fare un ultimo giro prima di tornare a casa, per incrementare la sua collezione di cimeli di infamità.

Per uno come me, un ragazzo di 22 anni che crede fortemente nella lotta a gesti e atteggiamenti di forma fortemente mafiosa, un gesto così potrebbe sembrare un affronto e infatti lo è stato, visto che il marsupiale si è permesso, agendo in piena libertà, di decidere dello stato dei miei beni. Ma questo è tipicamente uno di quegli atteggiamenti che tanto critico e odio. Questo danno, che ripagherò a mie spese, è invece qualcosa che mi rende orgoglioso: semplicemente sono contento di non essere generoso come quasi tutti i palermitani, che tanto si lamentano di come vanno le cose qui e con la stessa facilità non fanno altro che far sì che episodi come questi diventino la normalità. Per me, infatti, la colpa di questo non è tanto da attribuire al marsupiale, quanto invece alla massa di persone che, credendosi furba, non ha fatto altro che regalare tanto "potere" a persone di questo tipo. La mia non è una critica però alle persone che, come me, si sono ritrovati a nascere in questa disgraziata terra (che poi ad essere disgraziata non è proprio la terra, quanto invece il "fango", come lo chiamiamo noi). La mia vuole essere, oltre che uno sfogo, un'esortazione ad una riflessione profonda su ciò che siamo, su ciò che potremmo essere e su ciò che invece facciamo, sbagliando quasi sempre. Durante questa riflessione, pensate anche alle innumerevoli steli, targhe e statue in memoria di chi ha sognato una terra migliore, ma si è ritrovato solo. Pensate a chi ha avuto il coraggio di urlare che "LA MAFIA E' UNA MONTAGNA DI MERDA", e ripetete questa frase in eterno, fino a convincersi che sia così.
Palermitani, "mi raccomando".


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