Segnalazioni

Giovani e lavoro, se tutti chiedono almeno 2 anni di esperienza ma nessuno investe nella formazione

Riceviamo e pubblichiamo

“Cercasi junior con esperienza”, così iniziano la maggior parte delle offerte di lavoro in ogni settore. “Cerchiamo figura junior da assumere, anche neolaureati. Richiesti minimo 2 anni di esperienza”. La domanda che mi pongo è: una figura junior non dovrebbe partire dal livello base? Terminata l’università si entra nel magico mondo del lavoro: un mondo dove, nonostante gli ottimi voti e gli ottimi risultati ottenuti nel corso degli anni di formazione, tutto ciò non conta più nulla. Come trovare quindi un lavoro? La risposta è sempre la stessa, data con voce rassegnata: “Eh sì, devi fare sacrifici all’inizio poi vedrai che pian piano riuscirai ad avere un lavoro stabile”.

Ciò che spesso non viene considerato è che dedicare la propria vita allo studio, passare 5 anni fra laurea triennale e laurea magistrale sui libri per ottenere il massimo dei risultati, scrivere una tesi e fare esperienza con i tirocini curriculari siano già dei sacrifici. Ma non basta: non basta la laurea, non basta lo studio, serve l’esperienza. Se sei fortunato a Palermo potrai trovare un tirocinio non retribuito o retribuito circa 300 euro mensili, con degli orari paragonabili ad un lavoro full time. Se non accetti o non hai nemmeno questa possibilità, sei invece costretto ad andare altrove, ma non al Nord: in Europa, all’estero, dove investono sulla formazione e credono nelle potenzialità del singolo.

La maggior parte delle aziende è alla ricerca di figure professionali già formate, pronte a lavorare immediatamente. L’attenzione si pone quindi su un piccolo dettaglio: nessuno vuole investire nella formazione degli individui. È vero, prima o poi i giovani trovano un lavoro (anche se il tempo spesso non è ben definito), ma quanti di loro sono appagati e soddisfatti? Quanti di loro hanno un equilibrio ben definito tra lavoro e vita privata? Come si fa ad affermarsi quando, pur avendo delle buone potenzialità, nessuno è interessato alle qualità del singolo quanto esclusivamente al profitto della propria azienda?

È vero, dopo la laurea si può continuare a studiare: vi sono numerosi master di primo e secondo livello, dai costi spesso troppo alti per essere sostenuti dagli studenti. L’altra opzione? Uno stage, cosa molto comune al Nord, con un rimborso spese intorno ai 500 euro mensili che soltanto chi ha già una casa o vive nelle vicinanze dell’azienda si può permettere. Cosa fare quindi? Come muoversi nel mondo del lavoro? Reinventarsi, cambiare completamente settore? Continuare a studiare? Ai governatori l’ardua sentenza. Coloro che forse, prima o poi, si renderanno conto che la Sicilia e l’intera Italia stanno perdendo dei talenti che non torneranno. E perdendo talenti si perde anche l’identità di un Paese intero.


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