Segnalazioni

Mare nostrum et mundi

Riceviamo e pubblichiamo:

Io sono Federica, una ragazza nata a Palermo diciotto anni fa, nelle coste Siciliane, intorno a quel mare che è stato testimone di un terrificante numero di morti. E mi piacerebbe partire da questa antitesi: la nascita accostata alla morte, gli opposti che si mischiano in un solo mare che sta facendo discutere molto. La nascita perché è da li che sono nate quelle storiche civiltà, nelle coste bagnate da quel mare, il Mediterraneo, che, adesso, sta vedendo morire i suoi cittadini. Sì, perché anche i mari hanno una popolazione, e quella che dal Mediterraneo si è creata adesso si sta distruggendo, di fronte agli occhi, inermi, di troppe persone: Vita, Morte e spaventosa Indifferenza.

"Nessuno è chiamato a scegliere tra l'essere in Europa ed essere nel Mediterraneo, poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo", Aldo Moro.

Noi ci svegliamo la mattina, una qualsiasi mattina calda della nostra meravigliosa estate, andiamo in spiaggia a godere del sole che scalda la nostra pelle e, in un momento di riflessione inserito in quel ben di Dio di benessere di cui neanche ci rendiamo conto, ci avviciniamo alla riva del nostro splendido mare, pensando quasi sicuramente ai nostri fatti personali, i nostri flirt, le discussioni al lavoro, o al massimo a "Mizzica, quanto siamo fortunati ad avere questo mare, ce lo invidia il mondo. Stiamo in un paradiso" Quello stesso mare che culla i nostri pensieri più disparati, che ci rilassa durante le ferie, ci lascia parlare, ci ascolta, tuttavia, non riesce a farsi ascoltare da tutti. E' un grande confidente, il mare, un bel sacco da boxe, ci sfoghiamo, liberiamo la nostra mente. Ma come ognuno di noi, anche il mare ha bisogno di essere ascoltato, come quando si sente la forte necessità di raccontare ad un amico un guaio appena combinato, un po' per alleggerirci dal macigno, un po' per essere aiutati. Ecco, anche il mare, grande ascoltatore, ha tanto da raccontare; solo che qui non si tratta di "un guaio", qui si tratta di una Strage, che ha tutto il sacrosanto diritto di essere raccontata dal "nostro mare" e ascoltata da noi, dall'Europa, dal mondo. Il mare e chi ci abita hanno bisogno di raccontare, essere alleggeriti dal macigno e, soprattutto, aiutati, come lo siamo stati noi in quella mattina calda della nostra meravigliosa estate.

La Sicilia è una regione che io definisco con due aggettivi, anche questi antitetici: Bella e Dannata. E' una bella isola, al sud dell'Europa, facente parte del Bel Pese, con le sue tradizioni e i suoi vanti, ma al contempo dannata, perché ha le sue vergogne, i suoi difetti, i suoi lati troppo oscuri per essere dimenticati. Cito la Sicilia perché, oltre ad essere la mia regione, si è anche trovata al centro di quel problema che è l'immigrazione, intorno al quale girano le ultime terrificanti stragi. Troppe sono le persone che fuggono dai paesi Africani sperando di poter trovare qui un nuovo mondo, una nuova vita, sperando di approdare nei nostri porti, di non morire nel tragitto. La disperazione negli occhi di persone che preferiscono partire, viaggiare in bilico tra la morte e la nuova vita, piuttosto che accettare una morte sicura.

Prima parlavo di indifferenza, perché è fin troppo facile conoscere le tragedie solo tramite le televisioni delle nostre cucine, mentre ceniamo in famiglia e ascoltiamo con distaccata pietà la storia di un mondo che pian piano muore, sotto gli occhi di tutti. E' facile non pensarci solo perché tutto questo non è accaduto ai nostri concittadini e non ci ha colpito negli affetti. Troppo Facile. E' facile parlare più distrattamente di stragi di altrettanta enorme portata, come l'uccisione di centinaia di universitari in Kenya, solo perché "non ci riguardava da vicino" e poi riempire i Media Italiani di ciò che ci chiama in causa, mentre il resto dell'Europa, del mondo, se ne frega, perché tanto "Questo è un problema che tocca risolvere all'Italia".

Questo è un piccolo esempio per far capire quanto il mondo intero sia legato da una reazione a catena di menefreghismo: noi verso ciò che non ci riguarda da vicino e il resto del mondo verso ciò che non lo riguarda. Molte sono state le idee riguardo a ciò che è successo: accogliere tutti gli immigrati, lasciarli al loro paese e risolvere il problema lì, fermare i viaggi clandestini. Ancora però non si è preso in considerazione quanto possa essere d'aiuto cominciare da se stessi, sciogliere il primo gancio di questa enorme reazione a catena, e, aldilà dei problemi politici ed economici statali, creare un unione-mondo che possa aiutare chi è in difficoltà, anche se geograficamente distante da noi. Perché il mare è nostro, di Noi come Europa e come Mondo, e stragi di questa portata non possono riguardare una singola parte di questo mondo, devono essere ascoltate da tutti.
Come disse Aldo Moro nella citazione in alto riportata, "L'Europa intera è nel mediterraneo".

Probabilmente non basterà come soluzione, ma imparare ad accogliere le urla di aiuto potrebbe essere una solida base di partenza. Mare Nostrum non significa soltanto riuscire a controllare il nostro mare, ma a proteggerlo e dare sicurezza a chi lo naviga. Il mare è nostro e del mondo, Mare nostrum et mundi. Questa è una riflessione con la quale io, semplice studentessa palermitana, ho cercato di dare forma alle mie idee, non solo per l'amore verso la mia terra, ma anche per la voglia di rivalsa del mondo intero.

Federica Battaglia


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