Segnalazioni

Il medico sta male, slitta la terapia: "Rimandata a casa senza il mio farmaco salvavita"

La sanità pubblica in realtà ormai è uno specchio per le allodole. Di pubblico ne rimane solo la facciata. Questa è una denuncia pubblica verso la totale inefficienza ed inadeguatezza della dirigenza degli Ospedali riuniti Cervello-Villa Sofia. Iniziamo col dire che questi ospedali vanno avanti grazie a quei medici che fanno del loro lavoro una missione, ed è grazie a loro se persone come me possono continuare a vivere normalmente nonostante tutto. Quegli stessi medici che si ritrovano per ben due anni e mezzo a gestire un ambulatorio con migliaia di pazienti completamente da soli, con l'unico ausilio di due infermiere (a questo punto ci tornerò più avanti, capirete il perché).

Io, ahimè, soffro di parecchie patologie autoimmuni che necessitano di terapie farmacologiche costose e prescivibili solo da ambulatori specialistici. Bene, fin qui niente di strano. Oggi, come consuetudine da quasi 20 anni a questa parte, avevo l'ennesima visita di controllo. Finisce la visita e mi viene prescritto il farmaco. Mi reco alla farmacia di Villa Sofia con la ricetta rossa e mi viene detto: "Signora, ci spiace ma il farmaco non c'è!". Io basita rispondo: "Scusate ma io dovrei fare la terapia oggi! Sono già in ritardo perché il mio dottore è stato male e la visita della scorsa settimana - ergo la visita, la prescrizione e quindi la terapia - mi è slittata di una settimana. Come dovrei fare adesso?". Mi viene risposto: "Signora, purtroppo aspettiamo il rinnovo del contratto e finché non c'è quello non possiamo procedere all'ordine. Di conseguenza slittano anche le terapie. La chiamiamo se riusciamo a farci prestare una fiala da qualcuno!".

Sono andata via amareggiata, schifata, delusa. Un medico non si può permettere di star male perché altrimenti l'ambulatorio viene chiuso. Le sue visite vengono spostate così come le terapie (che magari nel frattempo si esauriscono proprio per la "solerzia amministrativa" della direzione sanitaria). Per me questo farmaco è un salvavita. A me questa terapia consente di vivere una vita pseudo normale. E per colpa della totale inefficienza, inadeguatezza e vergognosa gestione amministrativa di questi ospedali, mi ritrovo senza. Chiunque mi conosca sa quanto mi costi scrvere queste cose pubblicamente. Ma è il minimo che io possa fare per denunciare la vergogna che imperversa nella sanità siciliana. Non si gioca con la salute della gente. Ma io non mi fermerò. E' giunto il momento di alzare la voce.


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