Segnalazioni

Immersioni al porto per diventare operatore tecnico subacqueo

Conclusi al Cedifop tutti i controlli dei sistemi di gestione. Sono rientrati a Pijnacker-Nootdorp, in Olanda, i due funzionari Idsa, l'International diving schools association, Leo Lagarde (a sinistra nella foto) e Wim Gerrits. I due auditor, incaricati dall’organizzazione costituita nel 1982 atta a sviluppare standard internazionali comuni di immersione, hanno eseguito con estrema professionalità i controlli previsti dal protocollo Idsa la cui didattica, nel settore della subacquea industriale, è l’unica a definire tempi di fondo, esercitazioni obbligatorie, attrezzature specifiche da utilizzare e procedure nella gestione dei vari livelli, sia per il basso che per l'alto fondale.

Ultimate le verifiche amministrative effettuate nel corso del primo giorno del loro arrivo a Palermo, nei locali del Cedifop al molo Sammuzzo, i due funzionari, accompagnati dal direttore del Cedifop, Manos Kouvakis, dal docente Francesco Costantino, con i collaboratori e gli studenti del secondo corso libero per Operatore tecnico subacqueo, si sono spostati negli spazi della Fincantieri, al Cantiere Navale di Palermo. Nelle acque antistanti l’imboccatura del porto, sotto gli attenti occhi dei due funzionari Idsa, gli allievi si sono avvicendati in immersioni dove hanno eseguito alcune procedure simulate con lavori di riparazione previsti dalla didattica al fine di ottenere, al termine del corso, la qualifica professionale di Ots.

Il corso, infatti, è valido per l'iscrizione al Registro sommozzatori presso una Capitaneria di porto, sul territorio nazionale e consente di continuare la certificazione con i livelli Inshore e Offshore e relativa iscrizione al Repertorio telematico dei commercial diver italiani (validità in ambito Ue), presso l'assessorato al Lavoro della Regione Siciliana. Il Cedifop è l’unica scuola in Italia che, oltre ai corsi per Operatore tecnico subacqueo, organizza anche quelli validi per l’iscrizione al "repertorio" (albo) dei "commercial diver italiani" (validità in ambito dell’Unione europea) con gli stessi percorsi che attualmente, con gli standard Idsa, vengono realizzati in Norvegia e Danimarca.


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