Segnalazioni

Considerazioni sullo stato della mia generazione dopo il crollo della palazzina di piazza Garraffello

Le vicende degli ultimi giorni relative al crollo della palazzina e la conseguente chiusura di piazza Garraffello mi hanno dato grande motivo di pensare. Di pensare soprattutto al rapporto che la cittadinanza più giovane ha con Palermo e i suoi luoghi. Sono fioccate su Facebook le condivisioni di articoli, pensieri, proteste nei confronti di un ulteriore ferita nel cuore della nostra città. Ebbene tra queste condivisioni ho notato due estremi che mi spaventano: da un lato chi con orgoglio e rabbia rivendica l'importanza e di un luogo tanto identitario per la movida (e solo per la movida, a sentir loro) palermitana, e dall'altro chi invece sputa sopra ciò che è successo. Perchè la Vuccirìa è brutta, sporca, gestita da abusivi ed illegali, è un limbo infernale senza legge e senza controllo, ed è quindi il simbolo di quanto Palermo sia brutta, sporca, gestita da abusivi ed illegali, un limbo senza legge e senza controllo. Tra quest'ultima categoria vedo diffuso inoltre un certo negazionismo che ricorda tanto i periodi del governo Berlusconi, per cui tutti negavano di averlo votato, e ora tutti loro negano di aver passato serate e serate in Vuccirìa. Intanto sia nell'uno che nell'altro caso se si è arrivati al punto in cui si è arrivati il negazionismo non fa tornare i conti.

In ogni caso, non mi sembra che nessuna delle due estreme categorie sopra citate si sia un attimo fermata a ragionare sull'importanza storica e culturale della Vuccirìa. Nessuno si è fermato a pensare su come ciò che è successo può essere l'occasione per un rilancio del mercato storico di Palermo: un rilancio culturale e legale, storico e turistico. La mia è una generazione figlia dello stupro urbanistico subito da Palermo nel corso degli anni 70: una generazione che da vittima si trasforma spesso in carnefice, che preferisce buttare le cicche delle sigarette e i bicchieri dei cocktail a due euro nella famosa fontana cinquecentesca della piazza piuttosto che preservarla e rispettarla. Una generazione che va via di qui, mossa dalla necessità nel più triste dei casi, o mossa da uno snobbismo atavico, perchè Palermo è senza speranza mentre il Nord è bello, civile e moderno. Ebbene gran parte di questi ultimi in 20/30 anni di vita a Palermo non hanno mai visto l'interno della Cattedrale e non sanno cosa rappresentino le statue dei Quattro Canti, non conoscono le iniziative culturali di tanti giovani attivi e volenterosi che negli ultimi anni hanno animato la nostra città, e non sanno come siano morti Falcone e Borsellino (però ne conoscono bene le facce, perchè ogni anno il 23 maggio ne pubblicano le foto su Facebook, per non dimenticare, ma non dimenticare cosa?).

Quindi si, Palermo è brutta forse, ma alcuni suoi giovani cittadini lo sono decisamente di più, e non la meritano.


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