Petizioni

Lettera ai politici

Vorrei spiegare le motivazioni che mi hanno portato a scrivere questa lettera. Le mie parole, vogliono essere indirizzate a quella gente che, come lo ero io, è stanca di questa politica fatta di pasticci e di propri interessi: i nostri cari politici, litigano, gridano, fanno finta di contrastarsi e, forse, alla fine si siedono e mangiano attorno allo stesso tavolo.
Invece non è sempre cosi , con il cuore in mano Vi dico che se ci uniamo tutti, possiamo avere voce in capitolo. La politica nasce da quell' aula dove dovrebbero stare sedute persone per discutere i problemi della collettività e non essere presente gente mandata li che servono solo a fare numero o presenti solo a "VOTARE" gli interessi del politico di turno; si, proprio quei consiglieri che dovrebbero curare gli interessi di Noi cittadini. Purtroppo succede ed è successo in questi anni di mal governo di una città, regione o del nostro paese. Non sono qui oggi per polemizzare o dare la colpa a qualcuno, ma in fondo c'è gente che nonostante tutto ha la voglia di cambiare, di lavorare e di fare la politica del fare seriamente le cose. Se ci crediamo a fare ognuno di noi per chi vive la politica esclusivamente per la sua dimensione di impegno civile massimo, avremo quello spirito di servizio verso la comunità a cui apparteniamo e verso i valori e gli ideali che contraddistinguono la nostra appartenenza politica. Per questo mi scuserete se sin da ora non userò più il pronome "io" ma il ben più importante e significativo "noi". Non lo faccio per prevaricare la volontà di alcuno né tanto meno per chiamare a corresponsabilità altri, ma per significare la giusta dimensione collettiva che un progetto politico deve avere se vuol essere realmente popolare ed inspirato elusivamente al perseguimento del bene comune.

 

La fase storica che stiamo attraversando è indubbiamente contraddistinta da una totale incertezza nel futuro che l'umanità saprà darsi. Anzi talvolta tale incertezza nel futuro diviene, tradotta nell'esperienza del vissuto quotidiano di milioni e milioni di cittadini, insicurezza rispetto alla capacità di pensare il proprio presente. Stiamo attraversando giornate dalle quali il sistema mondo non uscirà più con le caratteristiche con cui vi è entrato. La crisi drammatica che sta attraversando il mondo della finanza globale è ben lungi dall'essere qualcosa che non ci riguarda. Non solo da un punto di vista della tutela dei nostri risparmi, questa crisi si è rovesciata sull'economia reale, come molti economisti già avevano previsto, i suoi effetti sono stati catastrofici per molte aziende e dunque si sono tradotti in perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e nella diminuzione ancora più consistente della ricchezza e della crescita economica di tanti territori. Ma la crisi della finanza mondiale non è l'unica crisi che contraddistingue il nostro tempo. Come non parlare per esempio delle terribili disuguaglianze che attraversano il globo e che spingono decine di milioni di persone a spostarsi - anche mettendo sicuramente a repentaglio la propria vita - pur di avere la speranza di poter sopravvivere e di poter dare un po' di sostentamento alla famiglia. E come non parlare della crisi che attraversa l'etica ( cioè quel complesso dei principi di comportamento pubblico o privato che un individuo sceglie per la sua persona) delle responsabilità nelle cosiddette società del primo mondo, dove sono sempre di meno coloro i quali avvertono appunto la responsabilità sociale del proprio agire individuale quotidiano. Come non sottolineare come negli ultimi anni sia ripartita la corsa al riarmo convenzionale, chimico e nucleare e come quotidianamente il nostro tempo sia dilaniato da nuove guerre, nuovi conflitti, nuove provocazioni. Vi sono dunque più che fondate ragioni per guardare con incertezza al futuro o per vivere con un grande senso di insicurezza il presente - soprattutto qui in Italia dove il Governo nazionale tra mille problemi sta attuando lucidamente una politica, del sistema di stato sociale che garantisca pari opportunità e pari diritti a tutti i cittadini, per costruire un modello di convivenza sociale per cui ahimè in pochi hanno e decidono ed in molti si sopravvive, magari sognando per i propri figli o per i propri cari un futuro come quello delle persone che contano, ma consapevoli che proprio di un sogno si tratta invece che di una speranza da realizzare con il lavoro onesto e con il sacrificio e la fatica quotidiana del proprio impegno civile - . Ci dobbiamo preparare dunque a mettere in discussione i fondamenti democratici del nostro modello di convivenza civile. Peraltro in un quadro mondiale che sottoporrà tutti a sfide drammatiche come ricordavamo prima. Tutto questo chiama in causa ognuno di noi. Il primo errore da non commettere è appunto quello di pensare che vi siano luoghi o posizioni sociali che rimarranno indenni da questi sconvolgimenti. Occorre mettersi ancora di più in gioco, occorre richiamare ciascuna e ciascuno alle proprie responsabilità; sarà decisivo che venga messa in campo una prospettiva credibile a qualsiasi livello in grado di amplificare il positivo che c'è in tante donne e tanti uomini ed in tanti contesti sociali, economici e del mondo del lavoro, in tanti territori. Ecco allora avendo la volontà di unire e di chiamare al lavoro e alla responsabilità tante donne e tanti uomini che vogliono impegnarsi nuovamente per il proprio futuro e per quello dei luoghi in cui vivono, dovrà essere protagonista di questo percorso, con la consapevolezza però che ciò potrà comunque non bastare se non avremo anche la capacità di attrarre intorno a noi altre forze sociali, economiche e politiche.

 

Declinare tutto questo per l'azione politica di governo per i prossimi anni vuol dire sostanzialmente tre cose:

 

1)Innanzitutto saper fare in modo che anche l'Ente locale sappia mobilitare e far fare sinergia a tutte le straordinarie risorse positive che ci sono nel nostro territorio. Per esempio il nostro territorio ricco di tante risorse e da ormai più di un secolo si contradistinguono per la solidità e la ricchezza delle reti sociali e civili presenti e che contribuiscono in maniera decisiva per dare a questa realtà una prospettiva di benessere, di giustizia sociale, di pari opportunità. È necessario non solo che questo patrimonio non si disperda, ma che si trovino le risorse per fare in modo che costantemente si autoriproduca e si innovi al fine di continuare ad essere elemento imprescindibile( cioè di cui non si può fare almeno) del nostro modello sociale. Il Comune in tal senso dovrà stare vicino e supportare chi vorrà ancora mettersi in gioco, chi, nel mondo del lavoro, dell'impresa, del volontariato, dell'associazionismo, ha o avrà voglia di mettere la propria faccia per dare coesione sociale come stanno facendo i nostri amici, giustizia, equità e crescita economica al nostro territorio. Dobbiamo scommettere su chi sente o sentirà la responsabilità del proprio agire individuale e collettivo, dargli sostegno, opportunità di fare, perché da queste azioni individuali e collettive passerà la nostra capacità di darsi un futuro di benessere e continuare ad essere protagonisti nelle sfide più generali per affermare modelli di convivenza civile, democratica e di giustizia sociale;

 

2) In un periodo in cui sicuramente dovremo fare i conti con ristrettezze economiche sia della popolazione che delle risorse disponibili per il sistema della pubblica amministrazione in genere, con a fronte un aumento delle esigenze sia dei cittadini che del sistema territoriale di riferimento dovuto proprio alla fase di crisi che stiamo attraversando, decisivo sarà scommettere sulla capacità della futura amministrazione di fare sinergia con tutto il sistema istituzionale che la circonda, a partire dai Comuni che costituiscono il Circondario. Dovremmo saper essere protagonisti di un processo che, avendo come obbiettivo quello della salvaguardia e della promozione dei servizi per la cittadinanza e per il territorio dobbiamo garantire a tutti la possibilità di accesso a questi, dovrà riuscire a fare massa comune al fine di ottimizzare l'utilizzo delle risorse, limitare le inefficienze, dare equità alle prestazioni erogate. La risposta all'insicurezza del presente non dovrà tradursi nel ritorno al chiudersi degli angusti confini territoriali istituzionali del Comune, anche se da un punto di vista emotivo questo potrebbe sembrare dare maggiore certezza nei confronti delle sfide che ci troviamo di fronte. Tutto ciò si tradurrebbe in maggiori costi ed in diminuzione di capacità di erogazione delle prestazioni, oltre che in una caduta della capacità di essere competitivo del nostro sistema territoriale. All'opposto dovremo saper dar forza e solidità alla dimensione del Circondario proprio per essere protagonisti di nuove sinergie vivendo tutto ciò non come un limite o come una perdita di identità ma come condizione imprescindibile ( cioè di quella cosa che non si può fare almeno) per affrontare con gli strumenti giusti le sfide che ci staranno di fronte;

 

 

 

 

3)Durante le prossime elezioni provinciali nazionali ci auguriamo che, verranno a compimento tante opere infrastrutturali che cambieranno radicalmente e strutturalmente il nostro territorio. La sfida sarà quella di fare in modo che il completamento di queste opere - talune attese da decenni e per cui hanno lavorato e si sono impegnati decine di amministratori, tecnici, funzionari, non solo del nostro Comune - si traduca nel dispiegamento totale delle straordinarie opportunità che ciò potrà significare per Bagheria o di altee città in termini di qualità della vita, livello di benessere della popolazione, capacità di dare nuovo impulso alla crescita economica del nostro territorio. Non sarà un lavoro facile,( anche da chi sarà al di fuori di una responsabilità o carica) né da un punto di vista amministrativo, né da un punto di vista politico, ma da lì passeranno le ragioni del forte impegno di migliaia di cittadini che si sono spesi per costruire una comunità, un centro urbano ed un territorio più bello, più unito, più ricco, in cui continuare a pensare il proprio futuro con fiducia e speranza.

 

 

Concludo dicendo , per realizzare questi obbiettivi dovremo saper mobilitare uno straordinario sforzo collettivo, non solo nel nostro Comune, al quale dovremo chiamare a partecipare la maggior quantità di cittadini e di cittadini possibili. Ed in tal senso costruire una base sempre più forte ed ampio e che abbia una forte capacità di attrazione di altre forze sociali, economiche e politiche, è la condizione necessaria per dare credibilità a questo nostro fare.. E non a caso oltre a coloro che militavano anche da prima in partiti sparpagliati senza un valore o impegno , ora si è visto un entusiasmante nuovo protagonismo di tanti cittadini, soprattutto giovani, che fino a quel momento avevano preferito non impegnarsi direttamente in politica. Occorre proseguire su questa strada e non perdere nessuna occasione per dispiegare appieno tale protagonismo positivo. Per questo motivo, e con l'obiettivo di dare un contributo importante alla crescita, auspico che il nostro impegno si decida, di fare in modo che le prossime votazioni siano il più possibile aperte e PARTECIPATE , arrivando ad ipotizzare anche che, per esempio, siano regolate facendo riferimento non alle norme per il rinnovo di un Sindaco o di un presidente uscente ricandidabile, bensì alla situazione in cui si parte con un Sindaco o presidente che sia, che ha in sé quello spirito di cambiare il nostro territorio e lasciare le polemiche al di fuori che in questi anni sono stati punti di discussioni per il lavoro di un amministrazione che personalmente e secondo un mio punto di vista non è stata governata bene, e che sia ora di concretizzare veramente e di iniziare un gran lavoro.

 

In questo senso e per queste considerazioni, che chiaramente costituiscono solo uno spunto di riflessione, e lo dico da cattolico e non da politico perché non sono una persona di politica e che vorrà mettersi nella politica come lo sbaglio che avevo fatto qualche anno fa candidandomi alle elezioni comunali di Bagheria, dico lo "sbaglio" perché mi sono reso conto che la politica se non cambia e NON CAMBIERA' MAI!!! in se stessa non cambierà mai e andrà sempre a peggiorare e quindi non fa per me. Ma come cittadino dico cerchiamo a chi fa politica quella SERIA , PULITA , ONESTA di dare la possibilità di mettersi ancora in gioco come parte di un gruppo dirigente unito e determinato nel raggiungere obiettivi importanti e concreti per il bene della nostra comunità, del nostro territorio di creare tanto lavoro che ne abbiamo bisogno e per i valori ed i principi in cui crediamo e soprattutto per le prossime elezioni provinciali e Nazionali per tutti quelli che si fanno chiamare politici possano mantenere le loro promesse, lo so non ci crediamo più, e non ci facciano piu attendere o pregare anche per avere un banalissimo incontro con loro, e appena eletti dal popolo sovrano si rifugiatevi nei palazzi chiudendovi non solo nelle mura di un edificio o peggio ancora nel proprio orgoglio e certe volte e spesso rubando dai soldi pubblici che sono soldi nostri e di lavoratori, ma uscite e fate capire che se è stata" La volontà di Dio" o la fortuna vi ha fatto mettere in quel posto non usate la poltrona per potenza o per i vostri interessi schiacciando i più deboli ma possa dare frutti concreti in una società dove tutto muore senza una speranza.

 

 

FIRENZE GIUSEPPE

 

 


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