Politica

Caos servizio idrico in provincia, interrogazione M5S per fare chiarezza sul futuro

L’atto parlamentare, che vede come prima firmataria Valentina Palmeri, mira ad ottenere risposte sulle tariffe e sul destino dei 206 operai tutt’ora in bilico

Valentina Palmeri

206 operai senza stipendio e con un futuro tutt’altro che certo, una società (Onda energia) che rischia di dovere abbandonare e un adeguamento tariffario avvolto nel mistero.

Cerca di dare risposte a numerosi quesiti l’interrogazione presentata all’Ars dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. L’atto, prima firmataria Valentina Palmeri, mira fare luce sul dopo Aps, la fase che vedrebbe la gestione del sevizio idrico in 52 comuni del Palermitano da parte di Onda Energia, a cui è stato temporaneamente affidato il servizio tramite gara pubblica. (L’Ato idrico, a sua volta, aveva affittato il ramo d’azienda di Aps per quattro mesi sulla base dell’accordo di febbraio con la curatela, e due giorni fa la gestione dell'ATO è stata prorogata per un altro mese, fino al 30 giugno circa).

L’interrogazione mira a sapere dall’assessore all’Energia se trova conferma l'ipotesi di un aumento medio del 9% del piano tariffario dell’Ato 1 di Palermo, e, se questo ci fosse veramente, se è retroattivo per il 2013. ”Sembrerebbe - afferma Valentina Palmeri - che il commissario liquidatore dell’Ato idrico Palermo 1, abbia concesso questo aumento, di cui, però, i sindaci dell’ex provincia di Palermo non sarebbero a conoscenza. Vorremmo accertarcene, anche perché, se la notizia fosse vera, i soci della fallita Aps si ritroverebbero un una posizione di vantaggio nell’arbitrato attualmente in corso, in quanto verrebbe implicitamente riconosciuto che la tariffa precedentemente applicata era squilibrata. Inoltre - prosegue Palmeri – un aumento del genere non ci sembra per nulla opportuno in un momento di crisi come questo, in quanto a scontarlo sarebbero i cittadini”.

L’interrogazione mira a fare chiarezza anche sul futuro dei 206 operai il cui futuro sembra appeso ad un filo. “Questo personale – sostiene la Palmeri – è senza stipendi da tre mesi e  lavora in condizioni igienico-sanitarie disastrose, in alcuni casi  senza dispositivi di sicurezza individuali e, in generale, senza mezzi aziendali, tanto che spesso è costretto a mettere mano al proprio portafoglio per raggiungere gli impianti. Presso gli uffici e i locali della fallita APS, inoltre, le pulizie non vengono fatte dal 19 maggio, e parrebbe che i depuratori non funzionano bene perché i contratti con le ditte di spurgo dei fanghi dei depuratori non sono stati rinnovati. Se questo fosse vero significherebbe che in questo momento si scarica tranquillamente in alcuni fiumi e in alcuni tratti della costa del Palermitano, con pericoli gravissimi di inquinamento per i fiumi e per i mari della costa da Cefalù a San Vito, motivo per cui lo scorso 3 giugno ho chiesto formalmente all’ARPA un’ispezione di tutti gli impianti di depurazione”.


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