Emorragia di candidati al Consiglio, lista M5S in bilico: "E' boicottaggio"
Mentre per il sindaco è corsa a due Forello-Gelarda, arriva l'ennesimo forfait: a ritirarsi Giovanna D'Agostino, che sarebbe vicina al gruppo Nuti. E tra i grillini c'è chi parla di defezioni "anomale". Domenica incontro tra chi è rimasto in corsa
Il Movimento Cinque Stelle continua a perdere "pezzi". Più del forfait dei tre candidati sindaco, a preoccupare è l'emorragia che si sta verificando tra chi è stato selezionato per "correre" al Consiglio comunale.
La lista è in bilico dopo l'ultimo ritiro, quello di Giovanna D'Agostino, formalizzato oggi con un post su Facebook: "Al momento - scrive D'Agostino - non esistono le condizioni per portare avanti un progetto comune legato ai valori del movimento. Ringrazio coloro che mi hanno accordato la loro fiducia e incoraggiato a intraprendere questa strada, ma al momento mi fermo qui". Scendono quindi a nove le donne candidate, il che costringe il M5S a presentare solo 27 nomi: in base alla legge infatti nessun genere può essere rappresentato oltre i due terzi dei componenti.
La situazione è critica. Tant'è che alcuni attivisti sarebbero pronti a rivolgersi allo staff di Milano del Movimento Cinque Stelle per evitare il rischio di presentarsi all'appuntamento elettorale senza candidati a sufficienza in lista. Anche perché la storia dei ritiri comincia a "puzzare di bruciato". Recita il detto: due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Secondo indiscrezioni, la D'Agostino sarebbe vicina al gruppo Nuti. Così come gli altri candidati che hanno deciso di tirarsi fuori completamente: ovvero Tiziana Di Pasquale, Ivana Cimò e Alberto Munda.
Adesso si prova a correre ai ripari. Prima di chiamare in causa i vertici nazionali, domenica si terrà un incontro tra i candidati rimasti in pista. Un incontro autoconvocato per stoppare quello che qualcuno definisce "un vero e proprio boicottaggio".
Così Gelarda che, come noto, non ha potuto partecipare alla 'graticola' perché la legge impone ai rappresentanti delle forze dell'ordine di astenersi dalla partecipazione a manifestazioni politiche se non sono in aspettativa dal servizio. "Ritengo questi ritiri tardivi ed ingenerosi nei confronti dei tanti, tantissimi attivisti che credono nel Movimento e sperano nel cambiamento - prosegue Gelarda -. Dall'altra parte, non comprendo neanche tutti questi ritiri dei candidati al Consiglio, come se si trattasse di una nave che affonda. Ve lo voglio dire: la nave non sta affatto affondando".
Insomma, dopo il caso delle presunte firme false, gli scontri interni ai grillini sono tutt'altro che finiti. A tenere banco non è solo il "caso lista". C'è un'altra "partita" in corso, quella per la candidatura di sindaco. I ritiri di Argiroffi e Caparrotta hanno agitato le acque. Entrambi infatti farebbero parte dell'asse che dal militante Adriano Varrica (inizialmente in corsa anche lui per le Comunarie) porta al deputato regionale Giampiero Trizzino. Da quest'area però arrivano i distinguo: "Nulla a che vedere con chi si è ritirato dalla lista mettendo in difficoltà il Movimento. Argiroffi e Caparrotta correranno per il Consiglio".