Politica

Dalle battaglie per il cane Aron alla candidatura con De Luca, bufera su Rizzi: "Lucra sugli animali"

Il leader di Sud Chiama Nord allarga ad altri partiti la lista per le Europee: c'è anche la testimone di giustizia Piera Aiello. Ma sul nome dell'attivista e influencer interviene il presidente del Partito Animalista Europeo: "Risulta essere titolare di un'impresa individuale commerciale con partita Iva, con tanto di attività di merchandising". E Pizzarotti contesta l'alleanza Cuffaro-Renzi

Da sinistra Cateno De Luca, Laura Castelli, Ismaele La Vardera, Enrico Rizzi e Piera Aiello

Si allarga la lista per le Europee promossa dal leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca. Sono arrivati a 14 oggi - e diventeranno 17 tra una settimana - i partiti che insieme al sindaco di Taormina hanno dato vita al listone Fronte della libertà. In campo c'è anche "Mr. Valleverde", al secolo Paolo Silvagni, con il suo partito Partito moderato d’Italia. Al quale si affiancano la testimone di giustizia Piera Aiello (già parlamentare M5S) ed Enrico Rizzi con il suo movimento per i diritti degli animali, noto a Palermo per le manifestazioni organizzate dopo la morte del cane Aron, bruciato vivo dal suo padrone.

Quest'ultimo è finito subito sotto attacco da parte del Partito Animalista Europeo: "Rizzi - spiega il presidente Stefano Fuccelli - non può rappresentare in alcun modo la categoria dell’associazionismo animalista-ambientalista di volontariato, protezionistico e di promozione sociale, onlus, ong, enti No profit". Il motivo? "Risulta essere titolare di un'impresa individuale commerciale con partita Iva e iscrizione Rea che svolge attività a scopo di lucro sulle tematiche relative alla sofferenza degli animali, con tanto di attività di merchandising", afferma Fuccelli. 

"Nessuna associazione animalista potrà mai stare al fianco della categoria di allevatori e pescatori", precisa Fuccelli. De Luca ha siglato accordi, tra gli altri, anche con movimento Insieme Liberi (che alle ultime regionali in Friuli Venezia Giulia ha preso il 4%), movimento Vita (6% in Alto Adige alle ultime politiche), Grande Nord (partito fondato dall’ex leghista Roberto Bernardelli), Partito Pensionati, movimento Noi Agricoltori. Autonomisti e no vax a braccetto, come Veronica Giannone del movimento Vita (quello di Sara Cunial, che tanto ha combattutto contro il green pass).

Tutte le sigle aderenti al progetto troveranno spazio nel simbolo del Fronte della Libertà. Ogni giovedì, dal 7 marzo a questa parte, De Luca presenta un partito, un movimento, un'associazione che decide di aggregarsi alla lista. Come un calendario dell'avvento. Terminerà giovedì prossimo, dopo Pasqua. In quell'occasione, all'hotel Nazionale, verranno annunciati gli ultimi partiti che s'infileranno nel simbolo, già piuttosto affollato. Poi sabato 6 aprile via alla campagna elettorale in piazza Santi Apostoli, a Roma.

Ismaele La Vardera, deputato all'Ars, punta il dito contro Italia Viva: "Lasciamo i vari Totò Cuffaro al signor Renzi, noi presentiamo il capitano Ultimo e Piera Aiello". Sulla stessa scia Cateno De Luca: "La querela annunciata da Renzi? Dovremmo farne una noi per la compravendita politica che ha fatto della nostra Dafne Musolino, ma abbiamo evitato. Il problema di Renzi in questo momento è quello di raccattare a tutti i costi dei voti in qualunque parte d’Italia, ma ovviamente si vergogna dei suoi compagni di viaggio. Chissà se la Bonino batterà un colpo, speriamo".

Nell'attesa ha preso posizione il presidente di Più Europa, Federico Pizzarotti, che contesta la presenza della Dc di Cuffaro nell'alleanza elettorale con Renzi: "Cara Emma, come puoi accettare di compromettere +Europa e la tua storia personale in un’alleanza politica ed elettorale con un signore condannato in via definitiva a 7 anni per favoreggiamento dei mafiosi? Da presidente di Più Europa non posso prestarmi a questa farsa lesiva degli interessi del partito e dei suoi elettori. Alle condizioni attuali non posso cofirmare, come da statuto, la proposta di partecipazione elettorale".

Questa la replica di Cuffaro: "Il signor Pizzarotti continua a fare il mestiere di 'zizzaniatore'. Stia tranquillo e confermi, se lo vuole fare veramente, la sua partecipazione elettorale. Né io ne altri miei parenti siamo e saremo candidati in una lista dove possa solo paventarsi la sua giustizialista presenza. Se, invece, sta solo facendo il provocatore 'Cicero pro domo Calenda', abbia il coraggio di comportarsi di conseguenza. Ma sarebbe un comportamento da persona seria prima ancora che da politico corretto. Altra storia non credo gli appartenga".

La replica di Rizzi

Dopo qualche ora arriva la replica di Enrico Rizzi. "Preciso - dice Rizzi - che ormai anni fa ho scelto di lasciare quel presunto movimento politico (costituito solo dal suo presidente e nessun altro) essendo in totale disaccordo con la linea scelta, fatta anche di violenza assurda nei confronti delle forze dell’ordine e da prese di posizione che nulla hanno a che fare con la causa animalista ma solo con la tutela di interessi personali". 

E poi conclude: "La mia storia parla per me, a differenza di altri, ed è segnata anche, mio malgrado, dalla sottoposizione alla misura di protezione da parte delle forze dell’ordine per il fermo e continuo contrasto alla zoomafia. Io infatti sono titolare di una partiva iva come libero professionista, relativamente alla mia attività di influencer. Non sono titolare, ne sono mai stato rappresentante legale di nessuna azienda che specula sulla sofferenza degli animali. Ovviamente preciso che sulla base di queste assurde e basse accuse ho già dato mandato ai miei legali di procedere nelle opportune sedi per far rilevare ogni ipotesi di reato commessa ai miei danni".


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