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"L'ultima notte del Rais", sul palco del Biondo lo spettacolo sulla caduta di Gheddafi

Debutta in prima nazionale al Teatro Biondo di Palermo, venerdì 17 gennaio alle ore 21.00, L’ultima notte del Rais di Yasmina Khadra, uno spettacolo di bruciante attualità - tratto dall’omonimo romanzo pubblicato da Sellerio - diretto da Daniele Salvo e interpretato da Stefano Santospago nel ruolo di Muhammar Gheddafi, Carlo Valli, Gianluigi Fogacci, Riccardo Zini, Roberto Burgio, Alessandro Romano, Marcello Montalto.

Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohammed Moulessehoul, ex ufficiale dell’esercito algerino, ci porta nel cuore dell’ultima giornata vissuta da Gheddafi, descrivendo il viaggio senza ritorno di un uomo solo, un’anima corrotta, perduta nel labirinto del potere. La narrazione delle ultime drammatiche ore di vita del leader libico ci aiutano comprendere l’attuale caos e il micidiale groviglio di interessi geopolitici che ruotano intorno alla Libia

«L’ultima notte del Rais - spiega il regista Daniele Salvo - è una moderna tragedia, la tragedia di un uomo che, pagina dopo pagina, ci mostra i suoi traumi infantili, la sua sensibilità, la sua umanità, la sua fragilità, le sue paure e le sue ansie per poi sorprenderci d’improvviso con le sue perversioni, la sua sete di potere, il suo irrimediabile desiderio di autocelebrazione. Proprio nella fede incrollabile in sé stesso e nella convinzione di essere l’eletto, il primo, protetto da Dio, Gheddafi, sino agli ultimi istanti, si sentì intoccabile e attese un miracolo. Credeva di essere lui il rivoluzionario, pensava che nessuno lo avrebbe mai tradito, nemmeno il suo popolo. Secondo Khadra, Gheddafi è come il personaggio di un libro omerico o forse rabelaisiano. È un personaggio straordinariamente complesso e imperscrutabile, tanto generoso quanto crudele, una figura patologicamente apprensiva, in cui coesistono dubbi radicali e convinzioni adamantine».

Le scene dello spettacolo, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, sono di Michele Ciacciofera, i costumi di Daniele Gelsi, le musiche di Marco Podda. Un rilevante ruolo drammaturgico è svolto dalle videoproiezioni dello studio torinese Indyca. Repliche al Teatro Biondo fino al 26 gennaio. 

Nel 2001, dopo il successo editoriale dei suoi romanzi, Yasmina Khadra ha rivelato al mondo il suo vero nome: non si trattava di una donna ma dell’algerino Mohammed Moulessehoul (1955), ex ufficiale dell’esercito autoesiliatosi in Francia nei primi anni Duemila. In patria, su suggerimento della moglie, ha scelto di utilizzare lo pseudonimo di Yasmina Khadra dopo aver scritto i primi sei libri con il suo vero nome. L’esercito algerino, infatti, pretendeva che Moulessehoul sottoponesse i suoi manoscritti al vaglio di una commissione che ne avrebbe approvato il contenuto. I suoi romanzi, tra cui Morituri (1997) e Doppio bianco (1998), editi da e/o, e Khalil (2018), pubblicato da Sellerio, sono un’immersione nelle pieghe e nelle piaghe della società algerina.


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