Eventi

Art, una riflessione sul De Amicizia di Cicerone: appuntamento allo Spasimo

“Art” di Yasmina Reza, regia di Franco Reina. Con Nanaji Shakya - Marc, Davide Gottardo - Serge e Massimiliano Rametta - Yvan. Appuntamento 2 e 5 agosto alle ore 21 a Santa Maria dello Spasimo. Aiuto regia Chiara Torricelli. Scenografie di Franco Reina
con il patrocinio del Liceo Artistico Catalano di Palermo (indirizzo Scenografia) e la collaborazione di Davide Di Liberto, Ludovica Greco, Giulia Lo Monaco, Paolo Saputo, Claudia Spoto e Vittoria Spoto per la realizzazione. 

Una riflessione del “De Amicizia” di Cicerone, per dimostrare che “la vita non è vita senza amicizia”. E forse è proprio questa intensa gioia della condivisione che ricerca Serge, uno dei tre amici protagonisti di “Art”, capolavoro della scrittrice e drammaturga Yasmina Reza, quando con tutta la solennità del caso mostra, prima a Marc e successivamente a Yvan, il dipinto di un noto e quotato pittore da lui acquistato per una cifra stratosferica. Un dipinto su fondo bianco con piccole filettature bianche, “ma di un bianco diverso”, che possono essere viste “strizzando gli occhi”. 

A dispetto del desiderio di condividere con gli amici un momento di piacere estetico sublime, il giudizio ostinatamente critico di Marc così come la bonaria accondiscendenza di Yvan, fa del dipinto l’oggetto di un casus belli da cui prende avvio la pièce teatrale. Il ritmo incalzante e sostenuto dei dialoghi, delle battute taglienti e dei caustici monologhi che interrompono magicamente l’azione scenica, rendono partecipe lo spettatore delle conclusioni dei tre protagonisti: il raffinato borghese amante d’arte Serge; l’ordinario Marc, rigido e caparbio nella difesa delle sue posizioni; l’impacciato e sfortunato Yvan. 

Nella pièce si alternano la leggerezza della commedia, la lucidità della tagliente ironia, fittizi colpi di scena. La posizione assunta dai tre amici sul valore estetico del quadro, protagonista della scena, si trasforma pian piano nella questione più profonda sul loro modo di vivere il rapporto di amicizia in un misto di nevrosi, risentimenti, pusillanimità, vanità, che travagliano le loro rispettive esistenze e inducono lo spettatore a riflettere sulla retorica dell’amicizia e sui vincoli che inevitabilmente condizionano le relazioni umane. Il formidabile meccanismo drammaturgico messo in moto da Yasmina Reza induce a guardarsi dentro ed invita al confronto con se stessi, seppur con il sorriso, ma si tratta di un sorriso freddo e disincantato.


Si parla di