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Tra i sentieri dell'opra al teatro di Cuticchio, infanzia e prime imprese di Orlando sul palco

Prosegue il programma del mese di spettacoli tradizionali, cunti, serate speciali, mostre, incontri e videoproeizioni che il maestro Mimmo Cuticchio e l’associazione Figli d’Arte Cuticchio organizzano fino a lunedì 30 dicembre nella sede del Teatro dei Pupi e nel vicino Laboratorio di via Bara all’Olivella.

“Tra i sentieri dell’Opra”, realizzato grazie al sostegno dell’assessorato regionale dei Beni culturali, mette insieme gli spettacoli tradizionali, a cominciare dal ciclo di Orlando dalla nascita alla sua morte, il cunto del maestro Mimmo Cuticchio e anche una nuova produzione “Alì Babà e i 40 ladroni”, che riprende il percorso delle “Mille e una notte”, pensata da Cuticchio come una “serata speciale” per il pubblico dei bambini, ma non solo. Un modo per accostare la cultura occidentale a quella orientale e riprendere anche il tema della convivenza della diversità, della multiculturalità e della pace che sta anche alla base della mostra allestita nel Laboratorio di via Bara dal 7 al 30 dicembre (dalle 10 alle 13) dal titolo “Paladini e saraceni insieme per un Natale di pace”: i pupi saranno esposti senza le loro spade in nome della pace. Questa settimana, accanto all’inaugurazione della mostra, ci sono altri importanti appuntamenti.

Giovedì 5 dicembre alle 18, prima videoproiezione “L’infanzia di Orlando” (ingresso libero) e incontro con Mimmo Cuticchio nella sede del Laboratorio di via Bara all’Olivella, 48. Gli incontri sono un elemento essenziale del programma. Sono incentrati sugli spettacoli e diventano l’occasione per una riflessione metanarrativa intorno ad alcune rappresentazioni che hanno costituito una svolta significativa per l’Opera dei Pupi.ù

Unendo spettacolo teatrale, fascinazione poetica e analisi antropologica, Mimmo Cuticchio, racconta al pubblico l’attualità del proprio lavoro di puparo, la necessità di sconfinare dal repertorio tradizionale, considerato come una base sulla quale innestare la propria sperimentazione, all’insegna dell’unione tra antico e contemporaneo, tra lingua e dialetto, tra classicismo e modernità. Lo spettacolo “L’infanzia di Orlando” è del 1990 ed è stato pensato per la grande scena. Nacque come gioco tra Mimmo Cuticchio e il figlio Giacomo, che all’epoca aveva appena sette anni. Lo spettacolo è un esempio di trasmissione del mestiere, nel quale si racconta la pratica del fare arte attraverso l’uso della manovra a vista. Mimmo e Giacomo, pupari, manianti e combattenti, appaiono come “doppi” di Carlo Magno e Orlandino. Il legame con la tradizione emerge chiaramente, non solo per la scelta di un episodio tratto dalla Storia dei Paladini di Francia, ma soprattutto per la volontà di Mimmo di tramandare le proprie conoscenze al figlio.

Si continua sabato 7 e domenica 8 dicembre, alle 18,30 con il secondo appuntamento degli spettacoli tradizionali: “Prime imprese di Orlando”. L’iniziazione guerriera di Orlando nelle battaglie d’Aspromone mantiene un grande rilievo nella tradizione popolare. Un angelo lo guida a soccorrere lo zio Carlo Magno che combatte contro Almonte. L’eroe, inconsapevole di esserlo, supera una prova qualificante attraverso la quale conquista il mezzo che permetterà di superare le altre prove che lo portano all’acquisizione di uno status superiore. Orlando si trova a studiare in seminario e riceve la visita di Astolfo. A lui manifesta il desiderio di andare in Aspromone a combattere a fianco del padre. Anche Astolfo mostra lo stesso desiderio, allora pensano a una fuga. Intanto al campo cristiano è notte, i cristiani sconfitti battono la ritirata. Carlo Magno ordina di riunire il consiglio per verificare le perdite subite. Manca Milone, padre di Orlando, che viene ucciso da Almonte.

Alla notizia della morte del cognato, Carlo Magno decide di andare a recuperare almeno il corpo di Milone. Nel frattempo al campo cristiano giungono Orlando e Astolfo. Orlando avverte un certo disagio intorno a lui, tutti lo sfuggono, solo Gano gli riferisce che se vuole trovare il padre e Carlo Magno deve raggiungere il bosco. Orlando deve scegliere quale direzione prendere, sarà un angelo a guidarlo sulla giusta via. Intanto Carlo Magno aveva incontrato Almonte, lo sfida a duello ma questi ha le armi incantate, per cui non riesce a batterlo. Arrivato in quel posto, Orlando si accorge delle difficoltà dello zio e, approfittando di un attimo di esitazione di Almonte - a cui avevano presagito la morte per causa di un fanciullo - lo spinge dentro una fonte, fino ad annegarlo. Le regole di cavalleria permettono ad Orlando di prendersi le armi, la spada Durlindana e il cavallo del nemico ucciso. Insieme agli altri paladini e tutto l’esercito francese, Orlando e Carlo Magno sconfiggono l’esercito pagano. Adesso possono dare onorata sepoltura al conte Milone d’Anglante.


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