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"In viaggio. Storie di migrazione, storie nostre": la nuova rassegna a Palazzo Branciforte

Dopo il successo della rassegna “Sguardi di luce” dedicata all’architettura che ha aperto per la prima volta Palazzo Branciforte al cinema, il sodalizio tra l’associazione Sole Luna - Un ponte tra le culture e la Fondazione Sicilia continua con una nuova rassegna di documentari, inserita all’interno della Settimana delle culture. Dieci i film in programma su uno tra i temi di maggiore attualità: le migrazioni. Storie di fughe e di ritorni. Di bambini, uomini e donne. Tra accoglienza e nuovi muri. 

Il titolo della rassegna è “In viaggio. Storie di migrazione, storie nostre” e partirà il 12 maggio offrendo ogni sera - fino al 17 maggio - la proiezione di due documentari. Un’occasione per riflettere su una delle questioni cruciali del nostro presente: dai drammi che vivono le popolazioni in fuga in varie parti del mondo alla sfide dell’integrazione. Narrazioni su cosa accade a intere comunità che si spostano da un paese all’altro per fuggire dalla guerra, dalla povertà, da un presente senza futuro. Viaggi che non si concludono con lo sbarco: a volte l’accoglienza, la solidarietà e il sostegno sono esemplari, troppo spesso l’odissea continua tra le difficoltà burocratiche per il riconoscimento di uno status, la fatica giornaliera per la sopravvivenza. In ogni caso, i luoghi di “approdo” modificano la percezione del fenomeno che, a distanza ravvicinata, coinvolge tutti nella nostra più profonda umanità.

Ad aprire, due film che raccontano il dramma della guerra attraverso gli occhi di chi lo vive. Alan per la regia di Mohammad Jouri (Iraq, 2015, 8’) segue la vita di un bambino curdo in fuga con la famiglia dalla Siria, costretto a lasciare la scuola e a lavorare dopo che il padre si è ammalato. #Myescape di Elke Sasse (Germania, 2016, 90’) narra invece il viaggio a cui si sottopongono i rifugiati provenienti dall’Afghanistan, dalla Siria e dall’Eritrea. Un film realizzato utilizzando le riprese fatte con i telefoni cellulare, compagni onnipresenti di ogni traversata. Le loro memorie costituiscono una forma di narrazione unica sulle loro vite prima, durante e dopo la fuga, di grande realismo.


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