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"Bosnia express", il film arriva a Palermo: alla prima ospite anche il sindaco Orlando

“Bosnia Express" arriva a Palermo: la proiezione dell'evento a Palermo al Centro Sperimentale di Cinematografia, appuntamento giovedì 3 marzo alle ore 16. Alla proiezione parteciperanno il regista Massimo D’orzi e la montatrice Paola Traverso. Ospite dell'incontro il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Presenta e modera il dibattito il regista Salvo Cuccia.

Il 3 marzo del 1992 il parlamento bosniaco, a seguito del risultato del referendum svoltosi pochi giorni prima, dichiarò l’indipendenza della Bosnia Erzegovina dalla Federazione Jugoslava. Da lì partì l’escalation di violenze che portarono all’assedio di Sarajevo e alla divisione di un popolo. Durante la guerra furono commessi crimini contro l'umanità. Le vittime del conflitto sono state stimate in quasi 100mila, di cui circa 40mila civili. A trent’anni da quegli eventi nessuno si chiede come stia vivendo quel Paese quel drammatico passato. Ma ancor più nessuno si chiede, senza guardare la fede religiosa, come le nuove generazioni, le donne soprattutto, vivano le divisioni di allora.

A parlare del futuro del paese e non del suo passato è il film-documentario “Bosnia Express” del regista Massimo D’orzi, prodotto da Loups Garoux Produzioni e da Il Gigante in associazione con Luce-Cinecittà che ne è il distributore per l’Italia, mentre Rai Com lo è per le vendite estere. La giornata si svolgerà in due tempi: alle ore 16, nella sede del Centro sperimentale di cinematografia - Sede Sicilia, verrà proiettata la pellicola in presenza del pubblico e dei giovani studenti dell’istituto. All’evento parteciperà il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Alle ore 19, invece, si terrà una proiezione al cinema Rouge et Noire di Piazza Verdi dove saranno presenti il regista Massimo D’orzi e la montatrice e produttrice per Il Gigante Paola Traverso, con in collegamento le produttrici Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero (Loups Garoux). A presentare e moderare il dibattito al termine sarà il regista Salvo Cuccia.

Il successo dello scorso settembre al festival “Visioni dal Mondo” di Milano, “Bosnia Express” è stato presentato il 25 gennaio di quest’anno fuori concorso al Trieste Film Festival. Due proiezioni che hanno registrato apprezzamenti dalla critica. La pellicola ha ricevuto contributi dal Programma Europa creativa dell’Unione europea e dal Ministero della Cultura italiano. “Bosnia Express” da inizio febbraio nelle sale italiane dove ha riscontrato un inaspettato successo di pubblico, con sale piene e tanta voglia, soprattutto da parte dei giovani, di assorbire le sensazioni che offre la pellicola. Al centro del docufilm ci sono le donne di quel paese, prime vittime del genocidio perpetrato durante quella guerra.

Con il lungometraggio, come ha sottolineato il regista Massimo D’orzi, “mi sono illuso di avere in mano il biglietto per documentare le scorribande, le innumerevoli atrocità, le complicità perpetrate a vari livelli nel paese. Ma ho finito per arrendermi di fronte ai volti di donna che mi fornivano un’altra verità. Se vuoi capire cosa è successo in ex-Jugoslavia guarda nei nostri volti. Ma la guerra non ha un volto di donna!”. “Nel documentario, la parola, il commento, che inizialmente volevo banditi, sono stati uno strumento fondamentale per raccontare i mille interrogativi - spiega Massimo D’orzi -. Le immagini da sole non erano sufficienti a restituire quella complessità che percepivo alla fine di ogni giornata di riprese quando assistevo sconfitto al giudizio dei bosniaci che nemmeno tanto celatamente mi guardavano convinti di veder crollare l’ennesimo straniero giunto fin lì con tutte le buone intenzioni”.

E ancora: “La domanda che mi ponevo all’inizio era ‘chi sono stati i mandanti di quella tragedia?’. Poi, piano piano, durante le riprese del film, mi sono reso conto che non mi interessava mettere in primo piano i criminali, ma volevo che le protagoniste del film fossero proprio le donne. Quelle che non solo sono state le vittime più attaccate e colpite durante la guerra, ma anche quelle che oggi sono riuscite non solo a resistere, ma a proporre oggi un’immagine completamente diversa della Bosnia”. Il sottile filo che sorregge la fragile democrazia della Bosnia Erzegovina e di tutta l’area dei Balcani torna a indebolirsi in questi giorni in cui le regole della geopolitica sono minate dal conflitto in Ucraina. Una crisi che, secondo molti osservatori, potrebbe avere presto drammatici sviluppi in tutta la regione. Per questo il film vuole essere anche portatore di un grande segnale di pace. Una pace che in questi giorni, nelle piazze del nostro paese, viene richiesta a gran voce da migliaia di italiani.


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