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"Strade senza ritorno", la drammatica realtà dell'incidente stradale in una mostra ai Cantieri

Trentanove scatti per raccontare una drammatica realtà: l’incidente stradale. E’ la mostra “Strade senza ritorno” di Roberto Strano, in corso fino al 10 marzo al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo. 

L’esposizione è frutto di un rigoroso lavoro durato più di 15 anni, in cui l’artista ha attraversato il mondo in lungo e in largo documentando il tragico fenomeno degli incidenti d’auto, che con migliaia di morti all’anno rappresentano la prima causa di morte tra i giovani tra i 18 e i 24 anni in Europa. Immagini di auto ammaccate, vuote, bruciate, che nulla regalano alle mode attuali di un’eccessiva estetizzazione del dolore, ma al contrario con molta delicatezza ci scuotono come un pugno nello stomaco, per stimolare una riflessione su una realtà che passa troppo spesso inosservata. 

Eppure, queste immagini che guardiamo distrattamente dalle pagine delle cronache o dai notiziari televisivi, prendono tutta un'altra piega se poste in un contesto diverso, come quello di una galleria: penetrano profondamente nel nostro animo e ci regalano significative suggestioni interiori, senza mai colpire con troppa violenza i nostri sentimenti. Le foto di Strano, nei toni del bianco e nero, mostrano persone come se fossero lievemente appoggiate, senza peraltro esternare dolore o sofferenza in maniera cruda; uno stile che rivela la grande attenzione dell’autore per il rispetto e la profonda considerazione verso i suoi soggetti. 

“Roberto Strano, con pacata semplicità e senza iperboli da reporter d’assalto, ci racconta storie, drammi di un mondo in cui il disagio sociale è una costante e dove il soggetto umano si inserisce, quasi in punta di piedi. Volendo entrare nel paragone con i grandi maestri, sicuramente il suo sentire la fotografia lo avvicina molto a Salgado, dal quale riprende la profonda umanità e, in parte, la tecnica di ripresa. Nel suo modo di fare reportage, si avverte anche una preparazione non comune, uno studio delle realtà in cui si cala e dalla quale attinge immagini dal vigore eccezionale, che sa trasmettere direttamente al nostro cuore, sempre in punta di piedi e senza mai ferirci”. (Pietro Collini).


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