Eventi

Sicilië, la pittura fiamminga in una mostra: a Palazzo Reale da Van Dyck a Stomer

Da martedì 27 marzo fino al 28 maggio a Palazzo Reale di Palermo in mostra “Sicilië, pittura fiamminga”. Da Van Dyck a Stomer, da Gossaert a Houbracken e la Santa Caterina svelata dopo 32 anni.

“Sicilië, pittura fiamminga” raccoglie per la prima volta le opere dei grandi maestri fiamminghi - da Van Dyck a Stomer, da Gossaert a Houbracken - presenti in collezioni pubbliche e private siciliane, oltre al ritratto di Santa Caterina, svelato dopo 32 anni di oblio. La mostra è organizzata dalla Fondazione Federico II, dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia col patrocinio dell’Ambasciata Belga in Italia. L’esposizione è allestita nelle rinnovate Sale Duca di Montalto e sarà inaugurata per il pubblico martedì 27 marzo alle 19 per proseguire fino al 28 maggio. Apertura straordinaria fino alle ore 21 (ultimo ingresso ore 20) nei giorni 22, 23, 24, 25, 28, 29, 30 aprile, 1 maggio e 2 e 3 giugno per la mostra “Sicilië, pittura fiamminga” e per la Cappella Palatina.

La mostra, promossa dalla Fondazione Federico II e dall’assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, presenta una selezione significativa di importanti dipinti fiamminghi provenienti da collezioni pubbliche e private della Sicilia. Il pregevole patrimonio qui raccolto si inquadra in un ampio arco cronologico che va dal tardo Quattrocento al Seicento. Il percorso espositivo si articola attraverso due nuclei tematici strettamente connessi fra loro: da un lato le opere pervenute in Sicilia attraverso i molteplici percorsi del collezionismo e della committenza artistica, dall’altro gli artisti di origine fiamminga e olandese, attivi e pienamente inseriti nel tessuto storico-sociale siciliano già a partire dagli anni centrali del Cinquecento.

L’esposizione ha una protagonista assoluta, un’opera che si svela al pubblico, dopo un silenzio durato trentadue anni: Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. La martire è raffigurata su una tavoletta, in legno di quercia (XXI - XXVIII), e faceva parte insieme all’altra tavoletta di San Rocco di un trittico da devozione. L’autore è un pittore ignoto fiammingo per un’ovvia ragione: la parte centrale del trittico risulta dispersa ed è, quindi, impossibile risalire con certezza alla mano.

Tra le opere in mostra spicca l’opera più famosa di Jean Gossart, detto Mabuse, che è il trittico di Malvagna; opera miniaturista dove vengono rappresentate una Madonna col bambino tra angeli, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Dorotea, mentre sul retro del pannello si trova lo stemma della famiglia dei Lanza; la Deposizione di Jan Provoost, invece, rappresenta, in pieno uno degli esempi più significativi del passaggio dal Gotico al Rinascimento dei Paesi Bassi; mentre della collezione Chiaramonte Bordonaro sarà esposta la Madonna con Bambino di Anton van Dyck, l’allievo di Rubens, che in quest’opera consolida la sua emancipazione dal maestro; altra opera di van Dyck è la Crocifissione (collezione privata Palazzo Alliata di Villafranca) dove il genere da lui coniato si presenta, come evoluzione ed elaborazione personale della maniera di Rubens, e riscosse fin dall’inizio un gran successo per quell’insieme di drammatica verosimiglianza che coglieva il Cristo nell’attimo esatto dello spirare; di alto valore artistico è la Circoncisione di Simone de Wobreck, un olio su tavola dove sono evidenti le tipiche inclinazioni patetico-devozionali del tardo manierismo e il decorativismo dello schema compositivo; non meno significativa è la presenza dell’olandese Mattia Stomer con l’opera La morte di Catone contraddistinta da una plasticità voluminosa dell’incarnato e un forte impasto cromatico.


Si parla di