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"Found photos in Detroit", la mostra fotografica negli spazi di Frontiera Studio

Found Photos in Detroit, mostra fotografica presso frontiera studio allestita dal 17 settembre fino al prossimo 7 ottobre.

Found Photos in Detroit nasce dall'idea di fornire un reportage sulla città di Detroit. Il progetto vuole originariamente ritrarre l'attuale stato di abbandono e decadenza della città, come conseguenza della ben nota crisi socio-economica che dalla quale fu colpita dalla metà degli anni Settanta. Durante il primo viaggio, nel dicembre 2009, molte fotografie e documenti sono stati trovati nei pressi di edifici pubblici in decadimento, come stazioni di polizia, scuole, tribunali e ospedali. Questo materiale, per quanto si presentasse in maniera confusa, ha rivelato immediatamente uno straordinario potenziale documentario. Allo stesso tempo, la volontà iniziale di documentare attraverso un reportage è sfumata in una nuova sfida di editing ricostruttivo. Il materiale trovato è stato in grado di mostrare quanto un reportage fotografico su Detroit avrebbe significato solo un'operazione ex post, incapace di rendere giustizia al progredire del suo decadimento. È sembrato anche chiaro che solo un lavoro sul materiale fotografico già esistente sarebbe stato in grado di esporre il fenomeno dall’interno.

A Detroit sono state trovate molte cartelle contenenti vari documenti riferibili agli archivi di polizia: non solo fotografie, dunque, ma anche lettere minatorie e altri tipi di prove. Oltre a questo tipo di documentazione, tuttavia, sono raccolti anche foto e reperti relativi al diverse famiglie e alla loro vita quotidiana. Le immagini raccolte sono in totale 1000, ma il corpo di lavoro destinato alla prima esposizione consiste in un editing di 250. Il criterio fondamentale adottato durante la fase di editing è stato quello di considerare tutti i materiali raccolti per ciò che effettivamente sono: documenti. Non importa se criminali o civili, pubblici o privati, ogni singolo pezzo è una testimonianza con una dignità a sé stante. La mostra fa parte del programma Outer Circle, un progetto a cura di Door., Matèria, Gibellina PhotoRoad, Cesura, Archipelago e Frontiera Studio.


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