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"Io faccio la mia parte": a Camporeale la marcia della legalità

Quando abbiamo pensato alla Marcia della Legalità, circa 5 anni or sono, lo abbiamo fatto convinti che, questo piccolo gesto, rappresentava per noi, comunità ecclesiale e per quanti a noi si fossero uniti, la possibilità di fare “la nostra parte”. Siamo stati a Corleone e a Montelepre. Ora dopo la pausa dovuta alla pandemia, vogliamo riprendere a marciare.

La memoria costruisce la nostra identità e ci fornisce gli anticorpi che ci permettono di evitare di cadere negli stessi errori del passato: indifferenza, negazione, rassegnazione di fronte ai fatti che hanno martoriato la nostra bella terra di Sicilia.

Ecco perché è importante marciare. Per fare memoria e per avere una visione condivisa di ciò che abbiamo vissuto, sia con gli occhi delle vittime che con chi, come noi, è chiamato a custodire la memoria per vivere con sapienza il presente e proiettarsi con coraggio verso il futuro.

È importante marciare non solo per perpetuare la consapevolezza e per andare avanti, ma soprattutto per andare oltre. Per andare verso quell’oltre fatto di responsabilità e di impegno condiviso nel costruire un mondo migliore da consegnare alle nuove generazioni verso le quali siamo in debito.

Domenica 26 marzo ore 16.30 ci ritroveremo a Camporeale per la Marcia della legalità. La marcia, per sua natura ci richiama a un cammino da condividere con le forze migliori della comunità credente e dell’intera società. Il tema che l’Arcivescovo ha scelto quest’anno è: #iofacciolamiaparte. Dentro questo tema riecheggiano le parole del beato Pino Puglisi: “Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto!”.

Partecipare a questo evento, che ci vede tutti riuniti per sostenere un radicale cambiamento di mentalità, è già “fare qualcosa” di importante: la nostra parte. L’appuntamento è in piazza Ten. Scaduto e da lì andremo, ciascuno facendo i propri passi, ma camminando insieme verso la Chiesa Madre dove concluderemo l’evento. Durante il cammino, guidato dall’Arcivescovo, ci saranno alcuni interventi e testimonianze di chi (Carabinieri, Polizia di Stato, Legambiente, Addiopizzo e famiglia Montalbano) ha fatto e sta facendo la sua parte.


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