Almaviva, dopo i licenziamenti scatta la protesta dei lavoratori
Mentre l'azienda parla di scelta "ineluttabile", il governo ha convocato un tavolo con le parti per il 18 aprile e invita i manager a fermare le procedure. Presidi e blocchi stradali in piazza Indipendenza e viale Regione, al semaforo con corso Calatafimi
Il "popolo" di Almaviva torna in piazza per dire "no" ai licenziamenti. Ieri l'azienda ha confermato gli esuberi - 918 per la realtà di Roma, 400 per la realtà di Napoli e 1670 per Palermo - e già da oggi parte la mobilitazione. In via Cordova, proprio sotto la sede del call center, è previsto un presidio dei lavoratori con un gazebo permanente, dove a fine turno si altereranno gli operatori. Un concentramento è previsto anche in piazza Indipendenza per sollecitare il governo regionale "ad assumere un ruolo attivo su questa vertenza". Bloccata invece viale Regione, al semaforo di corso Calatafimi, dove i lavoratori si sono seduti in mezzo alla carreggiata bloccando il traffico. Sul posto le forze dell'ordine (GUARDA VIDEO).
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ORE 17,45
Dopo l'incontro con le organizzazioni sindacali la Regione ha chiesto e fissato un incontro con Almaviva che si terrà a Roma il prossimo 31 marzo alle ore 19 alla presenza dei sindacati. Il primo aprile si terrà invece l'incontro sempre a Roma fra azienda e sindacati sulla procedura di mobilità per 1670 lavoratori avviata ieri.
ORE 10
Mentre l'azienda parla di una soluzione "ineluttabile", sindacati e lavoratori non ci stanno. Sanno che adesso è una corsa contro il tempo: ci sono 75 giorni di tempo per trovare soluzioni e scongiurare i licenziamenti. "Di fronte alla profonda crisi del settore dei call center in Italia, alla grave situazione del mercato e al continuo peggioramento del conto economico di AlmavivA Contact, condizioni ampiamente dimostrate durante ripetuti tavoli istituzionali e confronti sindacali, alle condizioni attuali riteniamo ineluttabile - ha sottolineato l'ad Andrea Antonelli, in una nota - avviare una necessaria riorganizzazione dell'attività industriale, anche in relazione agli obblighi in capo agli Amministratori e alla tutela del perimetro occupazionale dell'intero Gruppo". "Sono stati dichiarati 1670 esuberi a Palermo a fronte di perdite dichiarate del 5-6 per cento. Questa è solo la prima incongruenza: come si fa a licenziare il 50 per cento del personale di Almaviva in Italia per una perdita del genere?" ribattono il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso e la rappresentante Slc Cgil Rosalba Vella.
"Una carneficina sociale ed economica per il territorio che nessuno può accettare - afferma Salvo Montevago, Rsu Cisal Comunicazione Almaviva Contact Palermo - e qui bisogna mettere in chiaro una volta per tutte che le aziende di questo tipo sono ormai radicate nel tessuto sociale e non possono, senza l'intervento delle parti sociali prendere decisioni di questa portata e di queste ricadute. Auspichiamo che nei prossimi giorni vi siano incontri quotidiani con Almaviva e che siano coinvolte tutte le rappresentanze elette dai lavoratori".
"E' una scelta grave, che compromette l'avvio di un percorso di salvaguardia dei call center intrapreso al tavolo di settore del 9 marzo scorso al Mise - dice il sindaco Leoluca Orlando - E' necessario che il governo convochi un tavolo urgente di crisi territoriale per un intervento di natura straordinaria, dinnanzi a un numero di lavoratrici e lavoratori coinvolti che rappresenta una pesantissima ed insostenibile ricaduta sociale per la città". "Auspichiamo che il governo nazionale attivi una verifica urgente sul fronte degli ammortizzatori sociali, delle strategie attuative delle norme esistenti per bloccare il processo di delocalizzazione e di quanto previsto dalla neo clausola sociale affinché aziende come Enel o Poste italiane salvaguardino il principio della territorialità nell'affidamento delle gare - conclude - L'avvio della procedura consegna a Palermo un risultato devastante per le migliaia di famiglie coinvolte"
Intanto i lavoratori temono per la perdita del posto di lavoro e sui social corre l'hashtag
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