Licenziamenti, pensionamenti anticipati ed esodi: nel Palermitano -378 bancari in un anno
I lavoratori impiegati negli istituti di credito sono passati dai 3.218 del 2017 ai 2.840 del 2018. E' quanto emerge dal bollettino a cura del servizio studi della Banca d'Italia. Sammarco (Uilca): "In alcuni Comuni non ci sono più sportelli, lavoratori e clientela penalizzati"
Si riduce il numero dei bancari a Palermo. I lavoratori impiegati negli istituti di credito sono passati dai 3.218 del 2017 ai 2.840 del 2018: -378. E' quanto emerge dal bollettino nazionale che fotografa lo stato di salute delle banche e dei bancari, a cura del servizio studi della Banca d'Italia. Nel giro di un anno in Sicilia si contano 700 dipendenti in meno (10.271 anziché 10.971) per effetto di licenziamenti, pensionamenti anticipati ed esodi per così dire "volontari". La fuoriuscita di questi lavoratori ha determinato la riduzione di 143 sportelli bancari: quelli che resistevano a fine 2018 erano 1.273, mentre nel 2017 erano 1.416.
Sono circa 100 sono i Comuni che negli ultimi anni sono stati privati della presenza di uno sportello bancario. "Questa assenza delle banche sulla piazza - conclude Sammarco - ha portato ad una desertificazione del credito in Sicilia soprattutto per famiglie e piccole imprese, costringendo la clientela a maggiori costi e sacrifici quando non a rivolgersi ad occasionali filiali di 'occasionali' finanziarie. La politica del credito in Sicilia è stata sempre decisa al Nord, ma i licenziamenti e le mancate assunzioni restano sulle spalle dei lavoratori e delle famiglie siciliane".