Cronaca

Paradossi di un lavoro "Senza Contratto": nasce una web serie

E' il frutto del lavoro di alcuni ragazzi palermitani, che testimonia in presa diretta la delicata tematica dell'accesso al mondo del lavoro. Due episodi verranno proiettati il 27 marzo durante un seminario all'Università

"Senza contratto" è una condizione ormai esistenziale, uno stile di vita, una piaga sociale, un paradosso del mondo del lavoro, uno status su Facebook, un buon modo per continuare a lamentarsi a casa con i genitori, da qualche mese però è anche una web serie. Un lavoro ispirato e genuino che testimonia in presa diretta la stessa tematica di cui tratta la serie.

Senza Contratto nasce come espediente di un gruppo di amici per coniugare lavoro e piacere, più piacere che lavoro forse, ma il punto non è questo. "Fili e Lacrime”, così si fanno chiamare il palermitano Carlo Loforti (26 anni) e il casertano Nicola Di Roma (32 anni) hanno pensato ad una web serie che mira dritto al cuore della questione, solo che preferisce deviare per vie traverse e percorsi pindarici molto più divertenti per far giungere allo spettatore l'atmosfera, l'essenza, di cosa voglia dire una vita senza contratto. Metafora perfetta della loro incisività artistica è restituita dagli stessi autori e registi: "Senza Contratto scava senza vergogna nello stereotipo e nella parte più profonda e preziosa di ogni essere umano, seconda solo all'aerofagia: la demenzialità".

Il prossimo 27 marzo, nell'ambito del seminario sui "Paradossi del mondo del lavoro ", organizzato per gli studenti di Scienze della Formazione dell'Università di Palermo, verranno proiettati due episodi della serie Senza Contratto, commentati dal giovane regista Carlo Loforti. L’iniziativa è composta da tre giornate che affronteranno il rapporto tra gli studenti e i laureati della facoltà di Scienze della Formazione e il mondo del lavoro, attraverso un percorso che toccherà questioni riguardanti i tirocini, gli ordini professionali (ove ci sono) e la condizione stessa dell’ “essere senza contratto”, condizione molto frequente purtroppo tra i suddetti laureati.


Si parla di