Blocchiamotuttoday, studenti e lavoratori in corteo: traffico in tilt in centro
Nel giorno dello sciopero generale, indetto dall'Usb, anche gli studenti tornano in piazza contro la Buona Scuola. Si protesta anche contro la legge Fornero, il referendum del 4 dicembre e il job act
Dopo il corteo del 7 ottobre che ha visto 5 mila studenti sfilare per le strade di Palermo, nella giornata dello sciopero generale, le scuole tornano in piazza per dire no a questo sistema di profitto e sfruttamento. In linea con il Blocchiamotuttoday, un migliaio di giovani partiti da piazza Castelnuovo alle 9, hanno mandato in tilt il traffico. Cassonetti dell’immondizia posti nel mezzo delle carreggiate stradali, petardi, fiaccole e corteo stanno bloccando la circolazione nel centro della città. Ad aprire il corteo, diretto verso il Palazzo della Regione, uno striscione che riporta la scritta “Cacciamo Renzi". Della Buona Scuola contestano che "viene ogni giorno di più indirizzata verso il privato e la prova più tangibile è la questione dell’alternanza scuola-lavoro, ovvero stage e tirocini non retribuiti dentro le aziende che tolgono tempo ad una reale formazione".
“Per noi studenti delle scuole è questo il modo di intendere lo sciopero generale, è questo il modo in cui tradurre e palesare la nostra rabbia di fronte alla nostra condizione e allo stato di cose attuali - afferma Simona Pezzella, studentessa del Regina Margherita e parte del coordinamento studenti medi Palermo -. Da anni assistiamo al progressivo smantellamento della scuola pubblica a causa dei continui tagli e attacchi da parte dei vari governi; il più recente e lampante esempio è quello della riforma della 'Buona Scuola' del governo Renzi che ha portato avanti le pratiche utilizzate da chi lo ha preceduto, contribuendo alla demolizione della scuola".
I motivi dello sciopero generale. Si protesta contro le politiche economiche del governo Renzi, la legge Fornero, la riforma della "Buona Scuola" e la riforma costituzionale che sarà oggetto di referendum il 4 dicembre. Ma tra gli altri punti della protesta c'è anche "l'attuale sistema previdenziale, il jobs act, l'abolizione dell'articolo 18, la precarietà, l'attacco al Contratto nazionale; per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, l'aumento di salari e pensioni, per il reddito, la sicurezza sul lavoro e nei territori. Si protesta anche contro le privatizzazioni, la deindustrializzazione, e per la nazionalizzazione di aziende in crisi e strategiche; contro la Bossi-Fini e il nesso permesso di soggiorno–contratto di lavoro; contro la guerra e le spese militari; per un fisco giusto senza condoni agli evasori; per la democrazia sui posti di lavoro ed una legge sulla rappresentanza che annulli l'accordo del 10 gennaio 2014".