Gli alunni tornano a scuola, Flc Cgil: "Troppe carenze di personale e locali"
Per il sindacato "La maggior parte delle 831 scuole presenti in Sicilia sono a corto di personale tra docenti e Ata ed è corsa contro il tempo per adeguare i locali dei 4.000 plessi scolastici alle esigenze di sicurezza imposte dal Covid"
"Nonostante l’inizio dell’anno scolastico sia stato scaglionato per i 717.000 studenti siciliani, sono tante le criticità che il ministero dell’istruzione deve ancora risolvere. La maggior parte delle 831 scuole presenti in Sicilia sono a corto di personale tra docenti e Ata, è corsa contro il tempo per adeguare i locali dei 4.000 plessi scolastici alle esigenze di sicurezza imposte dal Covid, mentre sono solo poche centinaia i banchi monoposto arrivati”. Lo dichiara il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza.
“Sebbene il ministero continui a parlare di decine di migliaia di immissioni in ruolo – spiega – la realtà è che in questa prima fase mancheranno nelle nostre scuole moltissimi docenti. Avevamo chiesto un concorso straordinario per titoli destinato a docenti precari con almeno 36 mesi di servizio per garantire l’avvio del nuovo anno scolastico. Invece ci scontriamo con una situazione ben diversa e drammatica poiché i concorsi ordinari e straordinari ancora devono essere avviati. Mentre il nuovo sistema di reclutamento dei precari, le cosiddette Gps (Graduatorie Provinciali per le Supplenze), registra migliaia di errori che ne hanno paralizzato l’utilizzo”.
“Preoccupante anche il tema dei trasporti – aggiunge – che penalizzerà soprattutto gli studenti pendolari, i quali dovranno fare i conti con mezzi non sufficienti e con parametri di sicurezza allarmanti considerata la capienza consentita dell’80%”.
“Infine – conclude il segretario – il problema della misurazione a scuola della temperatura. Molti genitori temono che altri possano mandare i figli a scuola con febbre, mal di pancia e mal di gola, e quindi chiedono che il controllo venga fatto a scuola. Le linee guida nazionali sono chiare nel disporre che la temperatura vada misurata a casa, ma alcune regioni stanno optando per la rilevazione all’ingresso delle scuole. Noi riteniamo che le scuole non siano in grado di garantire questo controllo per due semplici ragioni. Non ci sono le risorse per consentire l’acquisto di questi strumenti, il personale non è sufficiente in considerazione del fatto che gli istituti contano un numero elevato di studenti che va da un minimo di 600 a punte di oltre 1.500 e per espletare una procedura del genere occorrerebbero ore”.