Cronaca

"Basta con odio e paura", appello del vescovo di Cefalù per l'accoglienza dei migranti

Giuseppe Marciante ha dedicato ampia parte dell'omelia per la festa del patrono San Salvatore al tema dell'immigrazione senza però dimenticare i tanti siciliani "costretti a lasciare la nostra terra per inseguire con tenacia e coraggio i loro sogni"

"Non lasciamoci travolgere dall'odio, dal populismo e dalla paura dell'altro uomo". E' l'appello lanciato dal vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, nell'omelia per la festa del patrono, San Salvatore. Il religioso si è schierato contro le politiche di chiusura. "La luce del Cristo trasfigurato - ha detto monsignor Marciante - faccia nascere o rafforzi in noi la mentalità dell'accoglienza, dell'integrazione, ci spinga a un forte rinnovamento interiore che ci allontani dal vedere nel fratello immigrato un peso da portare, ma a considerarlo una risorsa". 

Citando alcuni dati sull'impatto sociale dell'immigrazione, il presule ha ricordato che questa realtà "offre alla scuola italiana oltre 850 mila minori" provenienti da 160 diversi paesi. "Siamo di fronte - secondo il vescovo - a una fonte di ricchezza inesauribile e spesso ancora inesplorata se la confrontiamo a un'altra cifra, quella della diminuzione degli studenti italiani in Sicilia, pari a 11 mila unità l'anno. Ciò significa che ogni anno muore un paese. Impegniamoci a essere una Chiesa che decide di stare in piedi che impara a capire come gli 'scarti' diventino pietra angolare". 

Nelle parole di Marciante anche un riferimento a quanti poi lasciano la Sicilia: "Non dimentichiamo i nostri giovani con le valigie che lasciano la nostra terra per inseguire con tenacia e coraggio i loro sogni che spesso si trovano sulle cime impervie di un Tabor lontano diverse migliaia di chilometri dalla nostra splendida isola. Vi consegno dei dati che, credo, debbano farci riflettere: lo scorso anno oltre 128.000 connazionali hanno lasciato l’Italia; di questi, più di 24.000 erano minori, definiti 'minori con la valigia'. Le cifre sono talvolta impietose: quasi il 17% di questi minori ha meno di 14 anni. Non si tratta di un fenomeno transitorio. Chiediamo luce al Cristo trasfigurato per capire meglio il futuro e le profonde e radicali trasformazioni della geo-politica mondiale che ci toccano anche da vicino, coinvolgendo i nostri centri abitati. Si è stanchi di retribuzioni dimezzate, di lavoro sommerso non tutelato, di precari ancora non ancora stabilizzati dai nostri enti pubblici come la Regione e i nostri Comuni, di un Paese che non riesce ancora a premiare il merito, di una burocrazia asfissiante, di una situazione perennemente stagnante. Talvolta ci si trova obbligati a una scelta atroce: o ci si accontenta di essere schiavi o si è costretti a partire".


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