Mafia

Caccia al tritolo per Di Matteo, si scava nelle campagne di Monreale

"Dottore, i mandanti per lei sono gli stessi del dottore Borsellino": la confessione del boss Galatolo al magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia, ha fatto scattare le ricerche dell'esplosivo. Gli uomini della Dia setacciano i terreni di Vincenzo Graziano, uomo d’onore di Resuttana

Nino Di Matteo

E' caccia al tritolo. Dopo le inquietanti rivelazioni del boss - da poco pentito - Vito Galatolo, è scattata la ricerca all'esplosivo indirizzato al pm Nino Di Matteo. “Dottore, i mandanti per lei sono gli stessi del dottore Borsellino”. La confessione al magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia, l'allarme, la paura, le perquisizioni. E' corsa contro il tempo. Si scava nel ventre della campagna monrealese di Vincenzo Graziano, 53 anni, uomo d’onore di Resuttana, coinvolto nel maxi blitz Apocalisse del giugno scorso, a caccia del tritolo che sarebbe servito ad uccidere il magistrato Nino Di Matteo. A rivelarlo è il Giornale di Sicilia.

Il terreno è setacciato centimetro per centimetro anche con l’uso dei metal detector. In azione quindici uomini della Dia. Finora nulla è stato trovato, ma è probabile che il materiale sia stato spostato più volte. Gli inquirenti stanno intanto cercando di inquadrare pure il momento in cui i boss avrebbero deciso l’attentato. Potrebbe essere dicembre 2012, quando Vito Galatolo, 41 anni ("u picciriddo", ufficialmente residente a Mestre), poteva tornare per seguire i processi.

Due i summit ricostruiti nel blitz Apocalisse, uno a Partanna Mondello e uno nella zona di via Lincoln. Fu in queste occasioni che venne "apparecchiato" l'attentato contro Di Matteo. Da chiarire i moventi e le ragioni dell’esecuzione. Ma tanto è bastato per convincere il procuratore Leonardo Agueci, a mettere in moto i meccanismi di protezione e far scattare la caccia al nascondiglio nel quale sarebbe stato nascosto l'esplosivo.


Si parla di