Mafia

Mafia, sequestro da 1,8 milioni di euro: colpito il clan dei Lo Piccolo

Gli accertamenti economici e patrimoniali della Finanza hanno condotto al maxi sequestro dei beni di tre uomini, uno dei quali appartenente alla cosca di Tommaso Natale: Giovanni Cusimano gestiva e riscuoteva il pizzo per conto del boss palermitano

Guardia di Finanza in operazione (foto archivio)

Duro colpo della guardia di finanza che confisca beni ed immobili alla mafia per un valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro. Appartamenti, terreni, aziende, automezzi e disponibilità finanziarie. Questo il patrimonio sottoposto a confisca in esecuzione di tre provvedimenti emessi dai tribunali di Palermo e Trapani a seguito degli accertamenti economici e patrimoniali eseguiti dal nucleo di polizia tributaria del capoluogo.

Il primo dei tre soggetti è un settantaduenne palermitano Giovanni Cusimano, già destinatario dal 2008 di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. L'uomo, appartenente alla cosca di Tommaso Natale, era legato da rapporti di parentela con il boss Salvatore Lo Piccolo. Secondo gli inquirenti l'uomo era considerato il braccio destro del boss, per conto del quale gestiva e riscuoteva il pizzo da numerose attività commerciali, imponendo l'assunzione di soggetti vicini alla "famiglia". Dalle indagini sono emerse forti discordanze fra i beni posseduti dal soggetto e le sue fonti di reddito ufficiali. Sono così finiti sotto sequestro un fabbricato di via Villa Cardillo composto da tre appartamenti, un locale commerciale di via Tommaso Natale ed un immobile di sei vani di via Villa Gardenia, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro.

Gli altri due provvedimenti emessi dal tribunale di Trapani nei confronti di un cinquantenne di Campobello di Mazara e di un sessantenne di Castelvetrano. Al primo, arrestato nel luglio 2010 per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina aggravata dalla costituzione di un gruppo criminale operativo in più stati. L'ufficio misure di prevenzione ha disposto il sequestro di tre ditte e numerosi terreni, oltre ad un magazzino, alcuni automezzi e disponibilità finanziare per 370 mila euro. L'ultimo provvedimento emesso ha colpito le proprietà di un sessantenne di Castelvetrano, arrestato nel 2010 per associazione a delinquere di stampo mafioso ed intestazione fittizia di beni. L'uomo, reggente del mandamento di Castelvetrano, è imparentato con il latitante Matteo Messina Denaro. A lui sono stati sequestrati diversi conti correnti, depositi amministrati, investimenti e polizze assicurative per un valore di 220 mila euro.


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