Cronaca

La protesta degli infermieri in prima linea contro il Covid: "Dateci stipendio reale, non elemosina"

Il Cni Fsi-Usae, coordinamento nazionale infermieri, ha organizzato una raccolta firme per chiedere al Governo di apportare correttivi alla legge di bilancio: "Riconoscere dignità professionale ai lavoratori"

Chiedono "uno stipendio legittimo di 2.000 euro" e contestano la legge di bilancio "che ha previsto un’elemosina di 60 euro mensili agli infermieri e poco più di 30 euro alle altre 21 professioni sanitarie e socio sanitarie". Passa anche da Palermo la mobilitazione di Cni Fsi-Usae, coordinamento nazionale infermieri, che ha portato all'esterno dell’ospedale Villa Sofia i banchetti per la raccolta firme rivolta al Governo.

"Il Governo ha dimenticato gli operatori sanitari che sono stati beffati", spiega il coordinatore nazionale del Cni e segretario regionale del sindacato Fsi-Usae Calogero Coniglio. "Nella legge di bilancio - aggiunge - il Governo ha previsto una somma di 335 milioni per l'indennità infermieristica da suddividere per 280 mila infermieri che operano in Italia. L’aumento lordo annuo in busta paga per ogni infermiere spalmato su 13 mensilità è di 60 euro netti al mese, appena 2 euro al giorno, e alle altre 21 professioni sanitarie poco più di 1 euro, insufficienti a dare dignità professionale a tali professionisti davanti alla fatica e all'esposizione di questi lavoratori, in prima linea nei reparti Covid. Sostanzialmente non è cambiato nulla, stessa misera paga”.

"Il Cni-Fsi chiede a gran voce e chiama gli infermieri e le professioni sanitarie e socio sanitarie a protestare - spiega Coniglio - gli stipendi sono logorati dall’aumento del costo della vita, e pertanto chiediamo che i fondi contrattuali siano adeguati a consentire la rivalutazione delle indennità notturna, festiva, semifestiva e di pronta disponibilità ferme da 20 anni e la possibilità di fare carriera attraverso la riclassificazione del personale. I medici  hanno ottenuto nella legge di bilancio il triplo dell’indennità degli Infermieri e delle professioni sanitarie, un dislivello notevole. L’obiettivo degli infermieri e delle professioni sanitarie oggi è aver uno stipendio netto di almeno 2.000 euro”.

Il coordinamento nazionale degli Infermieri snocciola poi i numeri: "Oltre 72.000 operatori sanitari contagiati dall’inizio della pandemia, 52 il bilancio degli Infermieri morti per coronavirus da marzo a oggi, sempre più soli, e costretti a combattere disarmati negli ospedali che rischiano la paralisi per la carenza di personale e posti letto. Negli ospedali gli Infermieri lottano per salvare vite umane da marzo scorso e con il sacrificio della loro vita si combatte la pandemia da coronavirus, impiegati nei pronto soccorso, nei reparti Covid sono fedeli al loro mandato ma sono stati umiliati dal Governo. Noi non vogliamo essere dimenticati. No. Siamo qui per porre in risalto, grazie a questa tenace lotta al virus, come gli Infermieri sappiano battersi per una causa propria e giusta”.

"Chiediamo alle forze politiche che siedono in Parlamento di lavorare tutti insieme per consentire agli infermieri e alle professioni sanitarie di avere un retribuzione proporzionata alla responsabilità, una giusta retribuzione in linea con la media europea deve essere almeno di 2.000 euro"; conclude Coniglio.


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