Cronaca

"La convenzione su misura" e la "multa scontata": le accuse a Patrizio Cinque

Il sindaco di Bagheria è al centro dell'indagine della Procura di Termini su presunti illeciti nella gestione dei rifiuti, favoritismi nell'assegnazione degli appalti e agevolazioni in favore dei parenti. Le intercettazioni che lo mettono nei guai

Patrizio Cinque

Convenzioni ad hoc per favorire amici, sanzioni ridotte se a commettere illeciti sono parenti e favoritismi nella gestione dei rifiuti. Sono i tre assi su cui si muove la procura di Termini Imerese, che indaga sul sindaco di Bagheria Patrizio Cinque e altre 22 persone, tra assessori e personale comunale. A rendere spinosa la situazione del primo cittadino anche alcune intercettazioni riportate dai quotidiani locali RepubblicaPalermo e Giornale di Sicilia: "Facciamo quella convenzione là - dice Cinque parlando del palazzetto dello sport - e ci presentiamo, quindi dovrebbe essere fatto su misura per noi, vediamo se mantiene la parola". Parlando di una sanzione nei confronti del cognato per abusi edilizi avrebbe invece raccomandato di essere "morbidi" sull'importo: "Vediamo di fare questa, di abbassare questa sanzione eh...". Cinque ha respinto ogni accusa e si è autosospeso dal M5S, ma non dalla carica di primo cittadino.

Bagheria, il sindaco Patrizio Cinque si autosospende dal M5S

L'inchiesta

Gli indagati sono, in totale 23. Oltre a Cinque, sono sotto indagine: l'assessore ai Lavori pubblici Fabio Atanasio, 39 anni, gli imprenditori Raimondo Giammanco, 37 anni, e M.R., 44 anni; Manlio Munafò, ex commissario straordinario della Città metropolitana di Palermo, attualmente in servizio presso l'assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità; Salvatore Rappa, 48 anni, impiegato e presidente alla società sportiva "Aquila Nuova"; Domenico Ciappone, 50 anni, ispettore capo della polizia municipale presso il Comando di Bagheria; Onofrio Lisuzzo,, 56 anni, responsabile apicale direzione VIII del Comune di Bagheria; Romolo Salvatore Maggio, 49 anni, responsabile di servizio presso il Comune di Bagheria; le impiegate comunali Maria Tiziana Marino, 46 anni, Angela Battaglia, 51 anni, e Maria Luisa Aiello, 55 anni; Antonia Di Leonardo, 54 anni, responsabile apicale Direzione VII del Comune di Bagheria; Giuseppina Pia Di Martino, 44 anni, eesponsabile di servizio; Salvatore Asaro, 78 anni, imprenditore; gli impiegati Marco Gelsomino, 50 anni, Antonio Aiello, 57 anni, e Angelo Antinoro, 55 anni; Angela Rizzo, responsabile del servizio gare e appalti; Francesca Paola Abbate, 54 anni, impiegata; Giovanni Sorci, 62 anni, responsabile del servizio presso il Comune di Bagheria; e le impiegate Giuseppina Buttitta, 46 anni, e Caterina Finocchiaro, 43 anni.

I pm avevano chiesto l'arresto del primo cittadino, per rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e turbativa d’asta. Il gip Michele Guarnotta non ha ritenuto adeguata questa decisione ai reati contestati. Per il giudice il primo cittadino ha tenuto condotte anche "non penalmente rilevanti", ma che "dimostrano la tendenza alla commissione di comportamenti comunque irregolari, se non addirittura illegittimi". 

Abusi edilizi, rifiuti e favori

L'indagine si articola su più filoni. Una parte si riferisce alla gestione degli appalti nel settore dei rifiuti, in particolare alla gara per il noleggio degli automezzi. Una seconda tranche vuole fare luce sull'affidamento della gestione del palazzetto dello sport. Terzo capitolo invece una serie di abusi edilizi, riguardanti anche familiari del primo cittadino.

I rifiuti

“Anomalie, irregolarità, illegittimità procedurali” per il gip hanno caratterizzato l’affidamento milionario del servizio di raccolta rifiuti. Un servizio costato tre milioni di euro, per la durata sei mesi, affidato alla ditta Tech nell’aprile del 2015. Il giudice parla di “procedura totalmente informale e per di più adottata con ordinanze contingibili e urgenti”.

Il palazzetto dello sport

La gestione del palazzetto sarebbe stata, secondo l'accusa, decisa a tavolino. "Facciamo quella convenzione là e ci presentiamo, quindi dovrebbe essere fatto su misura per noi, vediamo se mantiene la parola", diceva Cinque. Ci sarebbe stato un patto fra il primo cittadino di Bagheria e il presidente dell’associazione sportiva Nuova Aquila Palermo, Salvatore Rappa. Con lui parlava quando diceva della convenzione “fatta su misura per noi”. Poco prima, Cinque aveva affrontato la questione con l’ex commissario straordinario della provincia regionale di Palermo, Manlio Munafò: "Noi non ne abbiamo problemi, appena fate l'avviso eh... noi comuni insieme... ad Aquila Palermo... facciamo, partecipiamo all'avviso... insieme al partenariato". 

Edilizia come affare di famiglia

Ampia parte dell'ordinanza è dedicata alle vicende del cognato di Patrizio Cinque, nei guai per abusivimo edilizio. Parlando con gli assessori Fabio Anastasio e Maria Laura Maggiore, il sindaco dice di essere a conoscenza di un'autodenuncia: "è firmata mio cognato ma non l’ha fatta lui". Cinque parla di sanzioni: "Chiaramente si aprirà tutta una situazione dove.., io volevo dirti una cosa... noi stiamo facendo la sanzione, cioè si può fare da duemila a ventimila euro, Aiello la sta facendo a ventimila euro, è una cifra troppo grande, non capisco perché. Una cosa è pagare duemila euro o una cifra mediana, diecimila cinquemila, e sono soldi che vanno per le demolizioni per carità, una cosa è ventimila euro che sono, cioè sono una cifra enorme per tutti. Ti ricordo purtroppo che questa sanzione l'ha messa quella minchione di Claudia Mannino (parlamentare M5S, ndr), e quindi siamo veramente dei geni. Che vuoi che ti dica... è incredibile, vessiamo le persone in questo modo secondo me, e comunque...". Maria Laura Maggiore risponde: "Ma vedi che questi di qua non hanno la percezione della situazione, che poi tra l'altro, te la posso dire una cosa? L’avesse messa e l'avesse proposta una di Milano...". E il sindaco afferma: «Quindi vediamo di fare questa, di abbassare questa sanzione eh...".

In base alla ricostruzione degli inquirenti, "Domenico Chiappone, ha avvisato Patrizio Cinque dell'esistenza di un esposto avente ad oggetto alcuni immobili abusivi nella disponibilità dell’indagato Domenico Buttitta, marito della sorella di Patrizio Cinque. È risultato, altresì, che a sua volta l'indagato Cinque ha rivelato la notizia nei confronti dei diretti interessati, la sorella ed il cognato. Peraltro, dalle conversazioni, è emerso chiaramente come la rivelazione non sia stata fine a se stessa, ma volta a preparare gli interessati, in particolare Domenico Buttitta, indagato nel procedimento per abuso edilizio, al fine di essere pronti ai controlli della polizia municipale sulla regolarità dell'immobile".

La difesa

Cinque finora ha respinto ogni accusa. Mentre i vertici nazionali del Movimento tacciono, Cinque si è limitato a diffonfere una nota in cui spiega che "la magistratura fa il proprio dovere e ha tutta la nostra fiducia, dispiace certamente che queste contestazioni avvengano alla vigilia di un importante appuntamento elettorale perché saranno oggetto di ampie strumentalizzazioni politiche come sempre avviene quando di mezzo c’è il Movimento 5 Stelle. Nel merito, confermo la fiducia negli uffici comunali, composti da professionisti seri, e sono certo della buona fede degli atti compiuti nel solo interesse dell’amministrazione e dei cittadini di Bagheria. E i risultati ottenuti, ad esempio sul fronte della raccolta differenziata, ci confortano. Dimostrazione siano le dichiarazioni del pentito Pasquale Di Salvo al processo 'Panta Rei', a Milano, che ha affermato che ero inavvicinabile".


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