Cronaca

Spesi 1,5 milioni per adibirlo a Covid hospital, ma l'ex Imi non ospiterà pazienti col Coronavirus

Ad aprile, in piena emergenza sanitaria, l'annuncio della Regione. Una quarantina i posti letto, tra cui anche terapia intensiva e sub intensiva. Ora il dietrofront: "Non è attrezzato per i pazienti che hanno più patologie". Il sindacato Cimo: "Non si perda altro tempo per pianificare"

Prima l’annuncio da parte della Regione, ad aprile, in piena emergenza sanitaria: “L’ex Istituto materno infantile diventerà Covid hospital”. A seguire il sopralluogo del presidente Nello Musumeci e dell’assessore Ruggero Razza e l’accelerata per allestire a Villa Belmonte una sessantina di posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, una Tac (costata 400 mila euro) e dotare la struttura di tutto ciò che sarebbe potuto servire per affrontare la pandemia. Un progetto che è costato già un milione e mezzo di euro ma che potrebbe non vedere mai la luce, quantomeno come ospedale dedicato ai pazienti affetti da Coronavirus.

"Non si può ripetere ciò che accadde nella prima fase - commentano in una nota del sindacato dei medici Cimo - quando si perse oltre un mese prezioso per programmare e pianificare l’assistenza sanitaria in città. Oggi la prospettiva sembra andare verso un ospedale Cervello nuovamente Covid hospital ma che ha già saturato gli 8 posti letto di Terapia intensiva. Il Civico, con due Terapie intensive, non ha attivato nulla per i malati Covid e se domani dovesse comparire un malato da intubare non saprebbero dove ricoverarlo. A giugno erano stati già spesi oltre 3 milioni di euro di cui oltre 1,5 milioni solo per l’ex Imi di Villa Belmonte dove bisognava attrezzare 40 posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva. Che fine hanno fatto questi fondi? Per chi e per cosa sono serviti? Ed i restanti da spendere?", concludono dal sindacato.

L'ex Imi prende forma: "Dopo emergenza resterà realtà efficiente"

Ieri pomeriggio si è tenuta un riunione in assessorato alla quale hanno partecipato l’assessore Razza, il suo entourage e i direttori generali delle strutture ospedaliere di Palermo e provincia. Secondo i medici del sindacato la situazione attuale, con il numero dei casi di contagio in salita nelle ultime settimane, potrebbe presto andare fuori controllo. "Il Cervello ha saturato i posti letto di Malattie infettive e l’Arnas sta saturando i suoi (18 occupati su 23). La sanità palermitana si trova a ricevere i malati della Sicilia occidentale compensando il vuoto assistenziale di Agrigento Trapani e Caltanissetta".

Allora perché non sfruttare l’ex Imi e i suoi 40 e oltre posti letto di Terapia intensiva e sub intensiva? "Le somme spese - spiega a PalermoToday Alessandro Caltagirone, il commissario straordinario del Policlinico da cui dipende l’ex Materno infantile - non saranno perse perché saranno servite, a prescindere da tutto, per riattivare la struttura. Gli scenari sono in continua evoluzione e non sono gli stessi di marzo-aprile. Al mio insediamento ho fatto presente all’assessorato che non era il caso di gestire lì i casi Covid perché avremmo avuto problemi con i pazienti che hanno più patologie e che possono avere bisogno anche di altre specialità sanitarie che lì non sarebbero presenti".

Il nuovo obiettivo sembra essere quello di rendere l’ex Imi una struttura sanitaria destinata al genere femminile. "Stiamo interloquendo con l’assessore per trovare un’identità. L’idea - conclude Caltagirone - è quella di aprirci una Breast unit e riportare nelle sedi centrali quello che attualmente si trova a Villa Belmonte. Di certo quei soldi non saranno stati spesi inutilmente". Negli ultimi giorni sono state avanzate tante ipotesi per fronteggiare l’emergenza sanitaria e i numeri di quella che potrebbe trasformarsi presto in una seconda ondata di contagi, come aumentare i posti letto al Cervello, l’ospedale su cui graverà la maggior parte del peso, allestire una ventina di posti letto di Rianimazione all’Ismett e altro ancora. L’ultima parola però spetta alla Regione che ancora non ha chiarito le prossime mosse.


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