Cronaca

Disastro aereo di Capo Gallo, Ministero sbaglia: condannato torna libero

A denunciare l'errore è l'associazione dei familiari delle 16 vittime dell'ammaraggio dell'Atr72 Bari-Djerba, avvenuto il 6 agosto 2005, in una lettera inviata al ministro Andrea Orlando

Uno dei condannati per il disastro aereo dell'Atr 72 Bari-Djerba, che si consumò a Palermo nel 2005, non potrà essere consegnato all'Italia a causa di un errore di documentazione da parte del Ministero della Giustizia. A rendere nota la decisione della Corte di Appello di Parigi - dove attualmente si trova uno dei sette responsabili dell'incidente avvenuto il 6 agosto di 12 anni fa in cui morirono 16 persone - è l'Associazione familiari delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo in una lettera indirizzata al ministro Andrea Orlando.

"Purtroppo al disastro aereo sembra essersi aggiunto quello burocratico-diplomatico", ha commentato la presidente dell'associazione e mamma di una delle vittime, Rosanna Albergo Baldacci, parlando di ennesima "disattenzione" e "superficialità". L'ammaraggio dell'Atr della Tuninter al largo delle coste di Palermo provocò, oltre alla morte di 14 passeggeri e due membri dell'equipaggio, anche il ferimento di 23 passeggeri.

Era un sabato pomeriggio quando l'Atr72 della Tuninter, partito da Bari e diretto a Djerba, precipitò nelle acque al largo di Capo Gallo. Quell'aereo - accertarono poi le indagini - era rimasto senza carburante a causa di un errore provocato da un pezzo di ricambio sbagliato, destinato ad un altro modello di aereo. Nel 2013 la Corte di Cassazione ha sancito definitivamente le responsabilità della tragedia, condannando a pene detentive tra 6 anni e otto mesi e 5 anni e otto mesi, sette imputati tunisini (i due piloti, il direttore generale, il direttore tecnico, due responsabili della manutenzione e il meccanico della Tunintair). Nessuno fino ad oggi è in carcere.


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