L'appello di Biagio Conte: "Non seminiamo paure, no a una nuova Apartheid"
Il missionario laico si rivolge alla nazione intera in difesa di Paul, il giovane ospite della Missione Speranza e Carità destinatario di un decreto di espulsione: "Anche noi italiani siamo emigranti in tutto il mondo, non ci hanno chiuso le porte"
"Carissima e amata terra d'Italia, non è giusto, la nazione d'Italia non merita abbandonare i suoi figli e i figli di altri popoli. Ricordati e sappi che anche noi italiani siamo emigranti in tutto il mondo, non ci hanno chiuso le porte, perché adesso l'Italia, che è stata sempre aperta, sensibile, accogliente, decide di chiudere le porte, il cuore?". Lo scrive il missionario laico Biagio Conte in un appello rivolto alla nazione intera in difesa di Paul, il giovane ospite della Missione Speranza e Carità da oltre dieci anni destinatario di un decreto di espulsione.
Paul è un ospite della struttura creata dallo stesso Biagio Conte e in sua difesa il missionario ha iniziato lo sciopero della fame e ha deciso di non muoversi da Brancaccio. Luogo non casuale: Paul deve recarsi al commissariato della zona per firmare e poi lì è stato ucciso padre Pino Puglisi.
Dopo 10 anni a Palermo ora rischia l'espulsione, Biagio Conte in digiuno per aiutare Paul
Il missionario laico ricorda che "l'Africa nella storia ha subito tantissime ingiustizie, l'Asia, tutto il mondo, non si può pensare di vedere e di fare riconoscere un'Italia dittatoriale e tirannica. Abbandonare gli immigrati a se stessi è un tentato omicidio, un tentato suicidio, una vera ingiustizia con le conseguenze di un aumento dei clandestini, dei senzatetto, della delinquenza, della violenza. Per paura, sconforto possono cadere nelle mani della delinquenza, della malavita, della mafia. Il sentirsi emarginati, esclusi può trasformarli in schegge impazzite, rischiano di cadere ed entrare nelle mani del terrorismo. Italia ravvediti e rivedi tutto con amore e vera umanità per continuare ad essere una terra ospitale".