Cronaca

Chiedono regali per evitare le multe, vigili condannati a risarcire il Comune

Tre ispettori della polizia municipale, già giudicati in sede penale, dovranno versare 30, 20 e 12 mila euro: così ha deciso la Corte dei conti. Abusando del loro potere hanno ottenuto condizioni vantaggiose sull'acquisto di una Bmw X5 o, in un caso, l'assunzione di un amante

(foto archivio)

Regali e prestazioni di favore per chiudere un occhio, tre vigili condannati a risarcire il Comune per il danno d'immagine. Così ha deciso la sezione giurisdizionale per la Sicilia della Corte dei conti, composta dai magistrati Luciana Savagnone (presidente), Igina Maio e Sergio Vacarono, per gli ispettori Vincenzo Virgadamo (51 anni), Stefano Cardinale (64) ed Egisto Radicella (55), i quali dovranno versare rispettivamente 30, 20 e 12 mila euro. I tre sono stati condannati in via definitiva per i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti gli ispettori, prospettando multe salate ad alcuni esercenti e abusando del potere conferitogli dalla divisa, sono riusciti ad ottenere trattamenti speciali: dall’acquisto di una Bmw X5 a condizioni favorevoli al parcheggio gratuito in un’autorimessa, passando per il confezionamento di 48 camicie a tre climatizzatori. Ma anche la richiesta di assumere l’amante di uno di loro in un negozio di divani.

I giudici hanno accertato una vera e propria metodica per costringere i titolari delle imprese commerciali a concedere loro le utilità richieste. "Rappresentando ai titolari la gravità della situazione riscontrata e le possibili conseguenze, proponevano - si legge nella sentenza 47014 del 2014 della Cassazione - una soluzione da cui derivava per loro una utilità. Soluzione che la vittima accettava per evitare le possibili conseguenze dei controlli effettuati".

In sede penale - grazie alle nuove norme sull'induzione - l’ispettore Virgadamo (considerato a capo del gruppetto di "infedeli"), è stato condannato a 5 anni. A Stefano Cardinale sono stati dati tre anni e due mesi, mentre per Egisto Radicella la pena è stata sospesa con la condanna a due anni, con l'eliminazione dell'indulto e dell'interdizione dai pubblici uffici.


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