Cronaca

Il Coronavirus e la rivolta nelle carceri: "Al Pagliarelli danni per oltre due milioni di euro"

Dopo gli episodi risalenti alla settimana scorsa, ecco la nuova bozza di decreto con le misure per rispondere all'emergenza. Obiettivo: ripristinare la piena funzionalità e garantire le condizioni di sicurezza degli istituti penitenziari danneggiati

Auto davanti al Pagliarelli durante la protesta

"Al fine di ripristinare la piena funzionalità e garantire le condizioni di sicurezza degli istituti penitenziari danneggiati nel corso delle proteste dei detenuti anche in relazione alle notizie sulla diffusione epidemiologica a livello nazionale del Covid-19, è autorizzata la spesa di 20 mlioni di euro per la realizzazione di interventi urgenti di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione delle strutture e degli impianti danneggiati". E' quanto si legge nella nuova bozza di decreto con le misure per rispondere all'emergenza coronavirus.

Per quanto riguarda i fatti di Palermo, in particolare, si legge nella bozza, "si segnalano nella casa circondariale di Palermo-Pagliarelli, danni per un ammontare complessivo stimato in due milioni e 150 mila euro". La sommossa dei detenuti nella struttura penitenziaria risale alla notte tra domenica (8 marzo) e lunedì della scorsa settimana. Tutto iniziò - seguendo l'esempio delle altre carceri italiane - con degli incendi appiccati all'interno delle celle, poi con alcune stoviglie sbattute contro le grate in ferro delle finestre sbarrate, quindi grida e fischi. Una rivolta che parallelamente si svolse all'esterno del carcere, con i parenti dei detenuti che a lungo bloccarono viale Regione Siciliana.

I carcerati - e i loro familiari - avevano deciso di protestare contro le limitazioni imposte nell'ambito delle misure di contenimento del Coronavirus adottate a livello nazionale. Altre proteste dello stesso tenore, per le stesse motivazioni, si erano registrate in contemporanea nelle strutture detentive di Foggia - dove è avvenuta un'evasione di massa - Salerno, Napoli e Frosinone, Vercelli, Alessandria, Brindisi, Bari, Foggia e Poggioreale. Episodi gravi a Modena, con otto detenuti morti nel corso della rivolta, e a Pavia dove due agenti furono tenuti sotto sequestro. Le rivolte sono scaturite in particolare dalla sospensione dei colloqui per scongiurare il rischio di contagi all'interno dei penitenziari. 


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