Cronaca

Coronavirus, c'è chi non rispetta il "coprifuoco": scattano controlli e denunce

Molti hanno risposto bene al piano del Governo "Io resto a casa", in tanti invece hanno autocertificato qualsiasi motivazione: dagli scommettitori incalliti a chi doveva vendere le sigarette di contrabbando. Poi ci sono le famiglie che vanno in auto (in cinque) a comprare farmaci

Controlli dei carabinieri in piazza Verdi

Centri scommesse aperti nonostante le disposizioni dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, gente a passeggio per i più svariati motivi ma anche ambulanti e venditori di contrabbando. Nel pieno dell’emergenza Coronavirus sono iniziati i controlli in città per verificare il rispetto delle indicazioni fornite dal Governo per contenere il contagio. L’ultimo a finire nel mirino delle forze dell’ordine, in questo caso della polizia, è stato un venditore di sigarette di contrabbando nella zona di corso dei Mille che è stato denunciato per inosservanza delle disposizioni dell’autorità e sanzionato dalla guardia di finanza per i venti pacchetti di “bionde” che nascondeva sotto al suo banchetto.

In questi primi due giorni poliziotti e carabinieri hanno seguito la normale e già impegnativa attività sul territorio. Questa volta però lo hanno fatto con i moduli per le autocertificazioni al seguito, pronti a rispondere alle domande dei cittadini e ai dubbi dei commercianti (foto allegata). Ma anche a verificare quali fossero le esigenze che li avevano spinti a uscire da casa. Magari in orari notturni e senza alcuna apparente ragione. Al momento la Questura e il Comando provinciale non hanno diffuso alcun dato ufficiali, ma dalle informazioni raccolte “su strada” oltre un centinaio tra automobilisti e pedoni sono stati sottoposti a controllo. Almeno una decina le denunce ai sensi dell’articolo 650 del codice penale.

Nell’ultimo decreto, annunciato dal premier Giuseppe Conte, è stato chiesto alla popolazione di limitare le uscite esclusivamente per ragioni di lavoro, sussistenza o necessità. Un provvedimento firmato nella notte tra il 9 e il 10 e corredato da alcuni consigli diffusi anche sulle pagine istituzionali delle amministrazioni comunali, che però rischiano di allargare le maglie. Alla domanda è possibile uscire per una passeggiata o fare sport, la Protezione civile comunale di Palermo risponde: “Sì è possibile svolgere attività motore in spazi aperti, purché sia sempre rispettata la distanza da altre persone e purché non si determinino situazioni di assembramento e affollamento”. Consigli in alcuni casi malinterpretati che hanno generato ambiguità, portando alcuni palermitani a non modificare le proprie abitudini. “Ma io posso andare a mangiare da mia nonna?”, chiede qualcuno a un poliziotto. “Hanno detto che posso andare a fare una passeggiata, posso andare al negozio per comprare un paio di scarpe?”, chiede un altro a un carabiniere. Le dichiarazioni fornite, ricordano però le forze dell’ordine, saranno sottoposte a successive verifiche al fine di chiarirne la veridicità. In caso contrario si rischia una denuncia.

Se da una parte non è possibile per il momento parlare di coprifuoco - anche se poco ci manca - dall’altra sembrerebbe la gente abbia sottovalutato l’importanza di quanto richiesto per cercare di arrestare il contagio. E invece le volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e dei commissariati, così come le pattuglie delle stazioni dei carabinieri e del Nucleo radiomobile, si sono imbattute nei casi più disparati. Dalla famiglia (mamma, papà e tre figli) che si aggirava in auto alla ricerca di una farmacia per comprare del Bentelan al gruppetto di giocatori incalliti trovati fuori dalle agenzie di scommesse. “Entrano a consegnare i pizzini con le giocate ed escono di corsa, poi aspettano che qualcuno gli porti fuori la ricevuta e il resto”, racconta una ragazza che vive in zona Villaggio Santa Rosalia. Tra ieri e oggi i carabinieri hanno controllato e sanzionato i gestori di numerosi sale di betting tra Palermo (corso Calatafimi, via Oreto, via Altofonte e via Villagrazia) e Monreale risultate aperte oltre le 18 e piene di gente.

Stessa storia nei mercati rionali, dove la psicosi Coronavirus sembra non aver attecchito. I carabinieri della compagnia Piazza Verdi hanno passato al setaccio le attività commerciali e bancarelle del Capo dove i clienti, molti dei quali con le mascherine al volto, non sembravano curarsi della distanza consigliata. I militari hanno chiesto agli esercenti di non esporre la merce su strada ma non è stata elevata alcuna sanzione. File e capannelli anche nei mercati di Ballarò e di via Montalbo, dove frutta e verdura sono rimaste esposte sui banchi e sotto gli ombrelloni in attesa di acquirenti. “Molti stanno cercando di attenersi ma tanti altri se ne stanno infischiando altamente”, commentano tra le forze forze dell’ordine.


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