Cronaca

"Motociclista ucciso con un pugno durante lite per un parcheggio": giovane condannato anche in appello

Così hanno deciso i giudici per Piero Chiara, 24 anni, finito a processo per aver colpito Salvatore Terrasi, 52 anni, nel lungomare di Campofelice di Roccella a settembre del 2018. L'avvocato dell'imputato, sostenendo che si tratti di omicidio colposo e non preterintenzionale, ha annunciato il ricorso in Cassazione

Il lungomare di Campofelice Di Roccella (foto archivio)

Confermata la condanna a 4 anni e 8 mesi per la morte di un motociclista di 52 anni dopo una lite per un parcheggio. Così hanno deciso i giudici della seconda sezione della Corte d’Assise di Appello per il termitano Piero Chiara, 24 anni, imputato per l’omicidio preterintenzionale di Salvatore Terrasi (foto allegata), avvenuto a settembre del 2018 nel lungomare di Campofelice di Roccella. Confermata anche la condanna al risarcimento nei confronti dei familiari della vittima, difesi dagli avvocati Salvatore Pirrone e Fabio Trombetta. Il legale difensore dell’imputato ha annunciato ricorso in Cassazione sostenendo, come fatto nel corso del processo di primo grado, che si tratti di un caso di omicidio colposo e che Terrasi sia deceduto a causa di un’infezione polmonare contratta in ospedale.

Secondo quanto ricostruito già nel processo di primo grado, quella sera Chiara si trovava in compagnia della fidanzata sulla sua Fiat punto. Aveva messo la freccia e stava facendo retromarcia per posteggiare vicino a un locale quando all’improvviso sono arrivati due motociclisti. Uno di loro, Terrasi, aveva deciso di parcheggiare incurante delle manovre dell'automobilista scatenando un’accesa discussione. Era intervenuto anche un buttafuori del locale per cercare di separare i due, ma Chiara aveva ormai sferrato il pugno al motociclista, che era finito a terra privo di sensi. La difesa di Chiara non ha mai negato questa circostanza e la stessa Procura ha messo in evidenza come i testimoni abbiano riferito del "comportamento arrogante e aggressivo di Terrasi”.

Quando l'imputato avrebbe chiesto alla vittima di togliere il suo mezzo, questi gli avrebbe risposto "con un sorriso sarcastico": "Se no che fai?". Secondo il buttafuori sarebbe stato Terrasi a cercare lo scontro fisico. L'altro motociclista, amico di Terrasi, ha sottolineato che la vittima avrebbe deciso di posteggiare lo stesso "fregandosene che il parcheggio fosse di fatto prenotato dall'automobilista", parlando anche di spinte reciproche fino al pugno sferrato da Chiara. La fidanzata di quest'ultimo ha poi dichiarato che Terrasi si sarebbe avvicinato a Chiara dicendogli: "Sono arrivato prima io, testa di minchia", prima di spingerlo. Due avventori del bar hanno infine detto che sarebbe stato Chiara ad essere stato aggredito per primo da Terrasi.

"Nessuno - dicono gli avvocati Salvatore Pirrone e Fabio Trombetta - potrà restituire ai familiari il calore e l'affetto del povero Salvatore ma oggi abbiamo avuto una ulteriore conferma che l'impianto accusatorio è fondato. In attesa di leggere le motivazioni, stiamo valutando se chiedere ai giudice civile sin da ora la quantificazione dei danni subiti dai familiari". L’avvocato di Chiara ritiene che si sia trattato di legittima difesa o al più di un omicidio colposo e non preterintenzionale, anche perché, sulla scorta di una consulenza di parte, la morte di Terrasi non sarebbe stata una conseguenza delle complicazioni legate al pugno sferrato dall'imputato, ma sarebbe derivata invece da un'infezione batterica polmonare presa in ospedale.


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