Cronaca

"Voglio essere rimpatriato", cittadino del Bangladesh colpisce con una spranga un poliziotto

L'agente è stato ferito ad un braccio ed è finito in ospedale. L'aggressore ha preso a mazzate pure la porta blindata della sezione di polizia giudiziaria in via Lo Forte. Assenzio (Usip): "La politica rifletta su queste continue aggressioni, servono pene esemplari"

La porta della polizia giudiziaria presa a sprangate

Un cittadino del Bangladesh ieri ha colpito con una spranga un poliziotto e ha danneggiato la porta blindata della sezione di polizia giudiziaria in via Lo Forte.

L'uomo si è avvicinato alla porta degli uffici con una spranga in mano e quando un poliziotto si è avvicinato per chiedergli se avesse bisogno di aiuto è scattata la violenza. Il poliziotto è stato ferito ad un braccio ed è finito in ospedale. L’aggressore si è poi accanito contro la porta a vetri, urlando e chiedendo di essere rimpatriato in Bangladesh. Alla fine gli agenti di polizia sono riusciti a bloccarlo e a togliergli la spranga di ferro. Il cittadino del Bangladesh è stato portato negli uffici della polizia e identificato. 

"Troppo spesso - dice Giovanni Assenzio, segretario generale provinciale Usip - i colleghi sono bersaglio di facinorosi e delinquenti che hanno il solo obiettivo di scagliarsi contro chi rappresenta lo Stato e tutela la collettività. Le continue aggressioni a cui sono sottoposte le forze dell’ordine impongono una riflessione da parte della politica che ha l’obbligo di prendere una posizione netta e chiara, condannando tali atteggiamenti e pretendendo pene esemplari".

"Da consigliere comunale, da appartenente alle forze dell'ordine, ma anche da cittadino esprimo la massima solidarietà al poliziotto che è stato brutalmente colpito a sprangate dal cittadino bengalese". Lo dichiara Igor Gelarda, capogruppo della Lega in Consiglio comunale e responsabile regionale dei dipartimenti del partito di Matteo Salvini. "I casi di violenza nei confronti degli uomini e delle donne  in divisa sono all'ordine del giorno, ma c'è chi preferisce passarli sotto silenzio. Ogni giorno decine di migliaia di operatori divisa rischiano la vita. Per questo è necessario inasprire le pene verso coloro che commettono violenza nei confronti degli uomini e delle donne in divisa che, fin troppo spesso, non sono tutelati abbastanza quando operano su strada".


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