Cronaca

Conca d'Oro, cassiere del Burger King picchiato per 17 mila euro: 4 arresti

A distanza di quasi un anno e mezzo i responsabili dell'aggressione hanno un nome e un cognome. La vittima fu sorpresa di spalle prima che andasse a versare i soldi in banca, poi calci e pugni. Decisive le telecamere e il passato di uno dei malviventi

E' stato aggredito alle spalle e poi picchiato con violenza. E' successo il 2 settembre 2013. Un giorno che il responsabile del Burger King del centro Conca d'Oro, non dimenticherà mai. Adesso - a distanza di quasi un anno e mezzo - i responsabili dell'aggressione hanno un nome e un cognome. Questi i fatti: il responsabile del Burger King era appena uscito dall'ipermercato, quando improvvisamente è stato avvicinato da due persone. Uno di loro ha sferrato un pugno in testa alla vittima, un ragazzo di 30 anni. Quindi una serie infinita di calci, fino a quando i malviventi sono riusciti a impadronirsi della valigetta con l'incasso dell'ultimo fine settimana: 17 mila euro (GUARDA VIDEO).

I banditi entrarono in azione nell'area esterna del centro commerciale Conca d'Oro, sorprendendo la vittima di spalle. Il responsabile del Burger King era appena uscito dall'ingresso del centro. Stava per andare a versare l'incasso in banca. Una azione studiata nei minimi dettagli perché i malviventi agirono in una zona d'ombra, impossibile da riprendere dalle telecamere. Le indagini - annunciate in salita - hanno poi trovato un'accelerazione decisiva. Di quella rapina dovranno rispondere i palermitani Diego Calandra (32 anni), Giuseppe Vitale (35), Giuseppe D’Alessandro (23) e Gaspare Lo Giudice (37). Le indagini sulla violenta rapina sono state condotte dai poliziotti del commissariato San Lorenzo.

Nonostante le apparenze decisive sono state ancora una volta le telecamere di videosorveglianza "più loquaci e preziose di qualsiasi testimonianza - dicono i poliziotti - comunque difficile da ottenere perché l’aggressione era maturata nel contesto di un centro commerciale semideserto quel lunedì mattina". La circostanza che l’aggressione fosse maturata in una zona d’ombra, non inquadrata dalle telecamere del centro commerciale, ha lasciato intendere agli agenti come la rapina fosse stata compiuta da chi bene conosceva planimetria e morfologia dei locali e quindi con la probabile collaborazione di un basista.

Ma era impossibile che i rapinatori non avessero lasciato traccia di sé all’occhio elettronico. I file di queste immagini sono stati studiati con puntiglio dagli agenti che hanno ricostruito il film dell’aggressione notando come i quattro malviventi, una volta all’interno del centro commerciale, si erano scambiati fugaci cenni d’intesa. In due hanno poi fatto da “palo”.  Il lavoro degli investigatori si è concentrato anche sul passato professionale dei malviventi, come quello di Lo Giudice: il basista era lui. I quattro sono così stati inchiodati e spediti in carcere.


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