Cronaca

Droga a ruba nella Palermo da sballo: coca per ricchi e poveri

I retroscena dell'ultima operazione (13 gli arresti): tra i clienti avvocati, dentisti, un giornalista ma anche "persone che non hanno niente". 2 i gruppi criminali che hanno immesso sulla "vogliosa" piazza centinaia di chili di sostanze stupefacenti, eroina inclusa

Da sinistra Rodolfo Ruperti, Guido Longo e Agatino Emanuele

Ricostruita la filiera della droga che porta sulla piazza di Palermo centinaia di chili di droga. Cocaina, marijuana, hashish ed eroina arrivano da Calabria, Campania e Albania e vanno a ruba in città (GUARDA IL VIDEO). A farne uso non solo i professionisti della cosiddetta "Palermo bene", ma anche chi non naviga nell'oro. E' il quadro desolante che emerge dai dettagli della operazione della Squadra Mobile che questa mattina ha portato a tredici arresti (TUTTI I NOMI), raccontati da Rodolfo Ruperti: "I clienti non hanno un'identità precisa. Non si può fare del classismo. È chiaro che alcune droghe costano di più e quindi vengono acquistate da chi ha maggiore disponibilità economica: avvocati, dentisti ma anche giornalisti". Nel capoluogo siciliano la richiesta c'è e anche elevata, tra le più importanti del Sud d'Italia. 

Non è quindi clienti però che bisogna soffermarsi secondo il capo della Squadra Mobile. Quello che importa è che adesso conosciamo i gruppi criminali da cui parte tutto. Da chi si riforniscono e chi è a spacciare sul territorio. Due i pusher ai domiciliari, entrambi palermitani: Giuseppe Cutino e Antonio Napolitano, pregiudicati di 31 e 25 anni. Due anche i gruppi criminali che si sono spartiti la prosperosa piazza palermitana. 

Un gruppo, con base al Capo, traffica con la Campania e vede Alessandro Bronte come protagonista: è lui il "boss" che si inserisce nel mandamento di Porta Nuova. Nella sua squadra anche Pietro Catalano, con precedenti in materia di stupefacenti, e Angelo Scafidi, incensurato. Bronte compra o fa comprare ai suoi quantità importanti di cocaina, eroina e hashish da Ciro Spasiano e Dario De Felice. Ed è proprio mentre trasportano la droga dalla Campania alla Sicilia che parte l'indagine che poi li inchioderà. Nel febbraio del 2014 la polizia, infatti, arresta Lorenzo Ciaramitaro, Giovanni Gelsomino e Salvatore Ciotola, che proprio per conto di Catalano e Scafidi trasportavano 71 chili di hashish e 1,5 di eroina. Circa due mesi dopo Spasiano cede un altro enorme quantitativo di droga a Bronte: 70 chili di hashish e 2 chili di cocaina in cambio di 198 mila euro. La liquidità non gli manca dunque.

VIDEO: 13 ARRESTI, L'USCITA DALLA QUESTURA

"Un chilo di hashish costa circa tremila euro. Qua parliamo di centinaia di chili ai quali si aggiungono - afferma Ruperti - anche la coca e l'eroina". "Quello che emerge dall'indagine - commenta Agatino Emanuele, dirigente della sezione narcotici - è la grossa disponibilità economica di questi gruppo criminali. Il sequestro ingente di eroina, non fiaccò l'organizzazione".

Il gruppo del Capo, con a capo Bronte, oltre a rifornirsi dai Campani aveva rapporti "commerciali" con due albanesi che operavano nella provincia di Ragusa, al momento ricercati. Erano loro a rifornirli di marijuana. Bronte acquista dai fornitori albanesi 40 chili di marijuana ma non riesce a pagare tutto il carico. Così decide di rimandarne indietro una parte. Ed è proprio mentre la droga viaggia verso la Sicilia Orientale che il 13 maggio 2014 a Gela (Caltanissetta), la merce viene sequestrata. Si tratta di 14 chili di marijuana. Scattano gli arresti anche per i corrieri Pietro Sassera, palermitano 35enne e Silviu Patru, 30enne romeno.

L'altro gruppo acquista la cocaina in Calabria, ed è composto da Francesco Ferrante, Salvatore Peritore, Carlo Arculeo e Gaetano Rubino, del quartiere Noce. A rifornirli Giuseppe Saltalamacchia, a Gioia Tauro. Le indagini partono dopo il sequestro di 93 mila euro effettuato il 21 agosto 2014 a carico di Peritore. Il 22 settembre del 2014, poi, a Messina gli investigatori sequestrarono 5 chili di cocaina acquistata dai palermitani per 42 mila euro al chilo e trasportata da Gaetano Schicchigno. A quel punto, Peritore e Francesco Ferrante, insieme a Gaetano Rubino, titolare di una ditta di trasporti, attivavano un nuovo asse di rifornimento con un novarese, con origini palermitane, al momento ricercato, che gli dà una mano a recuperare la droga. 

Oltre al novarese si cercano due albanesi. Tre in tutto i soggetti al momento ricercati. Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Maurizio Agnello e Amelia Luise,sono partite nel 2012 e si sono concluse nel 2016. "La mafia investe molto nel traffico di droga, voce numero uno tra le entrate dell'organizzazione - afferma il questore Guido Longo, oggi ai saluti finali -. Il mercato dà molti guadagni e dunque anche potere economico. Bisogna stare vigili. E' finita la Cosa Nostra corleonese ma la mafia si è trasformata ed esiste ancora. Inquina l'economia e noi dobbiamo impedirlo".


Si parla di