Fiumi di droga, così lo "Scarface” palermitano ha costruito la sua mega villa
Svelati i retroscena dell'operazione "Tiro mancino" che ha portato all'arresto di 26 persone. Tra questi Francesco Antonino Fumuso, sconosciuto al Fisco fino al 2013 e proprietario di una lussuosa residenza tra Misilmeri e Villabate che ricorda quella del famoso film
Viveva e gestiva il business della droga dalla sua villa mega galattica a confine tra Misilmeri e Villabate, come un novello "Scarface" desideroso di mostrare la sua possenza pur essendo ai domiciliari. E dopo l’arresto potrebbe tornarci a causa dei suoi problemi cardiaci. Si tratta di Antonino Francesco Fumuso, 49enne palermitano, considerato dagli investigatori a capo dell’organizzazione criminale che si occupava dell’importazione e dello smercio di grossi quantitativi di hashish grazie all’apporto della camorra. E’ uno dei retroscena dell’operazione di polizia "Tiro mancino", condotta dalla Squadra Mobile e dalla sezione Narcotici, che ha portato all'arresto di 26 persone (10 in carcere e 16 agli arresti domiciliari - LEGGI I NOMI) accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (GUARDA VIDEO).
Grazie alle indagini, durate circa due anni, gli investigatori sono riusciti a ricostruire e smantellare l’intero organigramma delle cellule criminali ritenute contigue alle famiglie mafiose dei quartieri Kalsa e Guadagna e del comune di Villabate. Mentre Fumuso, ufficialmente gestore di un grossa rivendita di frutta "sconosciuto" al Fisco fino al 2013, gestiva il traffico di hashish, Antonino Abbate (33 anni) e Giovanni Battista Di Giovanni (45 anni) si occupavano dell’importazione di cocaina. "Il primo - spiegano dalla Questura - appartenente a un ceppo familiare storicamente organico alla compagine mafiosa della Kalsa, del mandamento Porta Nuova, mentre il secondo è fratello del più noto capomafia Gregorio, conosciuto come ‘u’reuccio’, già capo del mandamento di Porta Nuova". Di Giovanni, inoltre, lavorava come portiere nella clinica privata palermitana "Candela".
Di Giovanni e Abbate, per la cocaina, si rivolgevano a Mario Mancino (60 anni), Ferdinando Matuozzo (64) e un altro soggetto, che nel frattempo individuarono altre "cellule" da rifornire di cocaina, eroina e altro ancora per il quartiere della Guadagna. Circostanza documentata dopo il rinvenimento di un carico che venduto al dettaglio avrebbe fruttato un’entrata da centinaia di migliaia di euro. "Complessivamente - spiega il capo della Squadra Mobile palermitana Rodolfo Ruperti - sono stati sequestrati 425 chili di hashish, 13 di cocaina, 700 grammi di eroina e 1 chilo di marijuana”. Stupefacenti che a volte venivano forniti, dati i rapporti fiduciari tra criminali, anche a credito.
Nella foto a destra (da sinistra): Rodolfo Ruperti, Guido Longo e Antonio Sfameni