Cronaca

Un ex poliziotto tra le talpe dei boss, e la pentita rivela “l’affiliazione”

Si tratta di un agente in pensione. Monica Vitale racconta le fasi del battesimo dell'"Uomo d'onore". Il procuratore Messineo: "Nuove 'tendenze' in fatto di pizzo e mantenimento delle famiglie dei detenuti"

Il battesimo dell'"Uomo d'onore"

Un ex poliziotto in pensione che informava i boss sulle mosse delle forze dell’ordine, la pentita Monica Vitale che racconta i momenti “dell’affiliazione”, le nuove “tendenze” di Cosa Nostra nel mantenimento delle famiglie dei detenuti e nel richiedere il pizzo. Ecco i retroscena dell’ultima maxi operazione che ha decapitato le cosche palermitane (i nomi degli arrestati) e ha portato all’arresto di 28 persone tra boss, gregari ed estorsori (clicca qui per guardare il video delle intercettazioni).

L’EX POLIZIOTTO. Ad informare i boss su alcuni movimenti delle forze dell'ordine c'era anche un ex poliziotto. L'uomo, ormai in pensione da circa un anno, secondo gli investigatori avrebbe fornito a Calogero Pietro Lo Presti, capo del mandamento di Porta Nuova fino al dicembre dell'anno scorso, notizie utili sulle indagini. “Le complicità non sono ad un livello istituzionale alto - spiega il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo – e si tratta di informazioni fornite da un appartenente alle forze dell'ordine, che non rivestiva un grado particolarmente elevato. Purtroppo i contatti impropri sono sempre esistiti e qualcuno che viene meno ai doveri di riservatezza c'è stato sempre”.

LA PENTITA E L'AFFILIAZIONE. Le tradizionale affiliazione a Cosa nostra con tanto di santino che brucia resiste nel tempo. La pentita Monica Vitale, che ha contribuito all'indagine antimafia, racconta di avere saputo i dettagli della cerimonia. “Mi ha raccontato Parisi - dice la donna ai pm - su questo signore (Calogero Lo Presti, capo del mandamento, ndr), mi ha detto che è stato lui a battezzarlo insieme a Masino Di Giovanni nel suo garage di appartenenza in via Danisinni. Parisi prima del battesimo mi aveva chiesto di accompagnarlo a comprare un vestito da cerimonia, perché loro mettono il vestito da cerimonia e io stessa gli ho detto che mi seccava, perché a me non piace, se mi devo andare a comprare un jeans va bene, ma un vestito da cerimonia no”. “Gli ho detto: no, mi secca gli ho detto a cosa gli serviva e lui mi ha detto: niente, perché tra poco mi battezzano. Gli ho fatto i miei auguri anche se ero contraria, perché lo so che dopo il battesimo non si può più uscire da questa strada tranne se non prendi altre strade... la cerimonia è avvenuta a pranzo, perché l'hanno fatta a pranzo, dove arrostiscono dopo il battesimo, fanno festa... parlandone con Parisi si parlava di questo, è normale che stringono una santa, lo pungono, con chi lo battezza io ero curiosa alla cosa e lui mi ha detto che avviene che si mette il capomandamento e altri capimandamenti, capifamiglia e chi lo battezza si ci mette accanto, prende sta santina, la brucia, poi lo punge, si mettono a contatto o le dita o i polsi, quello che pungono, si baciano in bocca, dove viene detta una frase, però non lo so la frase questo è il battesimo”.

LE INNOVAZIONI DI COSA NOSTRA. “Si sta preparando una sorta di innovazione nella previdenza nei confronti dei familiari dei carcerati”. A dirlo è stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. “il mantenimento delle famiglie dei detenuti - ha spiegato Messineo - non consiste più nel versamento di una rata mensile, ma in un unico pagamento per mettere in grado il nucleo familiare di iniziare un'attività produttiva, affrancandosi così dall'esigenza di versamenti mensili”.

PIZZO ANTICIPATO. “Le estorsioni rimangono l'affare principale di Cosa nostra a Palermo, quasi un elemento fondante di un'attività che serve per sopravvivere". Ne è convinto il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo. "Abbiamo notato una novità - spiega Messineo - una decisione strategica: quella di non presentarsi direttamente nei cantieri in costruzione per riscuotere il pizzo, ma di contattare le vittime prima ancora dell'avvio dei lavori sulla base della sola notizia del rilascio della concessione. Insomma i boss, potendo contare su funzionari compiacenti al Comune, sarebbero in grado di conoscere in tempo reale le licenze edilizie concesse e i cantieri da aprire, presentandosi così ai titolari delle ditte che si occupano dei lavori ben prima che questi siano avviati”.





 


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