Cronaca

Istanza di condono ferma da 15 anni, Tar accoglie ricorso: il bar Santoro resterà aperto

Così ha deciso il Tar di Palermo per la storica insegna di piazza Indipendenza. Durante un controllo dei Nas l'attività, aperta da 65 anni, è risultata priva di agibilità. All'inerzia del Comune hanno risposto i giudici amministrativi che entreranno nel merito della vicenda a febbraio 2021

L'ingresso del bar Santoro di piazza Indipendenza

Il bar Santoro resterà aperto. Così hanno deciso i giudici del Tar di Palermo accogliendo il ricorso presentato da Piero Santoro, titolare dell’attività di piazza Indipendenza per cui il Suap del Comune aveva disposto la chiusura a luglio dello scorso anno. Secondo quanto accertato nel corso del procedimento il bar, aperto da 65 anni, non aveva l’agibilità. L’esercente però aveva presentato nel 2004 un’istanza di condono edilizio ai sensi della legge 326/2003 che tuttora risulta pendente. La richiesta di sospensiva di agosto 2019 è stata presentata dagli avvocati Alessandro Dagnino e Ambrogio Panzarella e accolta dal tribunale amminsitrativo.

“L’Amministrazione - scrivono i giudici - da un lato ritiene di non poter rilasciare un certificato di agibilità provvisoria, mentre tuttavia pende l’istanza. Questa circostanza appare contraddittoria, sicché l’Amministrazione deve valutare la possibilità di emettere un certificato di agibilità provvisoria al fine di evitare che le lungaggini procedimentali ridondino a danno dell’istante, non assumendo quindi efficacia ostativa al rilascio del titolo che abiliti alla concreta utilizzazione dell’immobile la semplice circostanza della mancata definizione del procedimento di condono edilizio, ben potendo l’Amministrazione introdurre una condizione, nel caso di specie risolutiva, che limiti l’efficacia di atti amministrativi, fermo restando l’obbligo di procedere con sollecitudine alla definizione della pratica di condono pendente ormai da circa 15 anni”.

All’udienza dello scorso 28 novembre i giudici Calogero Ferlisi (presidente), Aurora Lento (consigliere) e Sebastiano Zafarana (primo referendario, estensore) hanno confermato la sospensione dei provvedimenti fissando l'udienza di merito a febbraio 2021. Già in quell’occasione il presidente del Tar di Palermo aveva fatto emergere alcune anomalie: “L’Ufficio ritenuto competente dal Suap per il rilascio del certificato di agibilità (lo Sportello unico edilizia) ha dapprima ritenuto (infondatamente) che ‘allo stato, è inammissibile il rilascio del certificato di agibilità’ , da ultimo si è dichiarato incompetente alla conclusione del procedimento avviato”.

L’Amministrazione comunale inoltre aveva “erroneamente interpellato la Soprintendenza” che “ha evidenziato che essa non è titolata ad esprimere parere in sanatoria precisando che l’esclusiva competenza dell’iter relativo all’ammissibilità del condono edilizio sulla base dell’istanza sopra citata, si attesta a codesto Comune" e che il mancato rilascio dell’agibilità dell’immobile in questione "non è imputabile all’odierno deducente” che “ha richiesto l’agibilità dell’immobile in questione con nota nel 2001, successivamente integrata”.

In mezzo a questa vicenda il commerciante si sarebbe trovato “inerme dinanzi al rimbalzo di competenze tra gli uffici comunali e alle erronee valutazione degli stessi in ordine ad asseriti vincoli gravanti sull’area, esclusi invece dalla Sprintendenza”. Il provvedimento ha provocato senza preavviso l’immediata chiusura, "con gravi danni già sopportati per il deperimento delle sostanze alimentari presenti nell’esercizio, e sta causando ulteriori gravi danni, che potrebbero rivelarsi irreparabili, perché Piero Santoro, che non produce ricavi già dal 10 luglio (2018, ndr) sarebbe costretto a licenziare tutto il personale dipendente, ben 13 lavoratori, non potendo più pagare le relative retribuzioni”.

Per questi motivi già il presidente del Tar aveva disposto in attesa del giudizio che venisse “assicurata l’immediata ripresa dell’attività commerciale esercitata e, in ogni caso, la conservazione della validità ed efficacia delle autorizzazioni numero 93 del 29 luglio 1980 e dell’autorizzazione numero 9804 del 9 marzo 1981”. Tra l’altro il commerciante ha offerto come fidejussione la somma di 323.576 mila euro a garanzia del puntuale pagamento delle rate di indennità di occupazione dell’immobile di cui al piano di rateizzazione approvato in data 26.6.2018.


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