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Claudio Santamaria e la fiction sul quotidiano "L'Ora": "Amo Palermo, che dolore le stragi del 1992"

L'attore si racconta in un'intervista a 'Tv, sorrisi e canzoni': "Alloggiavo in pieno centro ai Quattro Canti". E sulle tentazioni culinarie: "Solo qualche arancina per non ingrassare"

Protagonista della serie "L'Ora, inchiostro contro piompo", che racconta la storia di Vittorio Nisticò, storico direttore del quotidiano palermitano, Claudio Santamaria si racconta in un'intervista al sito di "Tv, Sorrisi e Canzoni". Palermo, le stragi del 1992, l'atmosfera sul set della fiction che andrà in onda da mercoledì 8 giugno su Canale 5. Questo ed altro tra i temi affrontati dall'attore romano.
 
"Avevo 17 anni nel 1992 - dice  - e ricordo quel momento di grande lutto, il sentimento di rabbia, di dolore, di paura. I giudici Falcone e Borsellino sono degli eroi, continuano a essere un simbolo forte e fonte di ispirazione. Vuol dire che non hanno perso, che la mafia non è riuscita a sconfiggerli. Sono fiero di poter dare il mio contributo da attore perché di mafia si continui a parlare. Nel periodo in cui è ambientata la fiction, la parola “mafia” non si poteva neanche pronunciare e invece Nicastro la sbatte in prima pagina".

Per quanto riguarda le riprese, Santamaria racconta: "A Palermo, città che amo, alloggiavo in pieno centro: ai Quattro Canti, a due passi da “Piazza della Vergogna”, come la chiamano i palermitani, perché in Piazza Pretoria, dove c’è la sede del Comune, le statue sono nude". E sulle tentazioni culinarie di Palermo, l'attore confessa di non essersi lasciato andare più di tanto: "Un’arancina e una brioche col gelato di rado, per non ingrassare".


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